Partiamo con un’affermazione iniziale semplice che chiarisca la posizione di chi scrive: il governo australiano ha fatto benissimo a bloccare il campionissimo serbo. Le regole sono regole e valgono per tutti, anche per Novak Djokovic. Giunto in Australia per la lunga preparazione che lo avrebbe portato il 17 gennaio a disputare il primo slam del 2022. Quello in cui era chiaro fin dallo scorso novembre che bisognava essere vaccinati per giocare. E per Nole non era un torneo qualunque: con Roger Federer ai box da tempo immemorabile e Rafael Nadal alle prese con il rientro dal Covid-19; era sicuramente il grande favorito per quel 21 titolo nei major che gli farebbe superare gli eterni rivali per guadagnarsi l’appellativo di G.O.A.T. (greatest tennis player of all time).
Forse anche per questo la ‘caduta’ di stile e comunicazione appare ancora più incomprensibile.
L’ambiguità di Novak Djokovic sul vaccino
Che il n.1 del mondo non avesse intenzione di cambiare la propria posizione contraria al vaccino è apparso chiaro fin dall’estate del 2020. Dopo essersi dichiarato contrario al vaccino aveva organizzato proprio nel giugno del 2020 l’Adria Tour. Il torneo senza restrizioni si trasformò praticamente in un focolaio in cui risultarono positivi Dimitrov, Coric, Troicki e lui stesso. Lo scorso anno invece in aprile è facile ritrovare tra le dichiarazioni che aprivano la stagione sulla terra l’auspicio che il vaccino non fosse obbligatorio. Da qui la certezza che per giocare in Australia dovesse abdicare alla sue convinzioni, lui usualmente ‘salutista estremo’.
Novak Djokovic vuole superare il record di slam, ma c’è anche il rischio di vedersi scippare la leadership del ranking mondiale, da parte di chi non solo è vaccinato e quindi giocherà, ma è già là a giocare la ATP Cup. Per questo il post di inizio anno, atteso per gli auguri, ha invece lasciato di sasso per l’annuncio dell’esenzione dal vaccino. E quindi la manifestazione plastica di una gigantesca eccezione, per una esenzione medica top secret e mai specificata.
Il caso Djokovic e le polemiche social
Le polemiche sono esplose istantanee a tutti i livelli. Basta farsi un giro sui social e cercare: gli hastag su Djokovic si sprecano come pure le diverse ondate di reazioni. Da quelle inizialmente contrarie all’escamotage che gli avrebbe permesso di evitare il vaccino, per cui scegliamo la “citazione” cinematografica di Panatta, a chi si diceva sicuro che lui l’avrebbe spuntata.
Djokovic ha avuto l’esenzione e giocherà l’Australian Open……. pic.twitter.com/0M579CMHMc
— Adriano Panatta (@AdrianoPanatta) January 5, 2022
Non è stato assolutamente dello stesso parere il primo ministro australiano Scott Morrison che ha spiegato, senza appello, che il serbo non avrebbe avuto sconti. E così è stato: atterrato in Australia è stato posto sotto stato di fermo nell’attesa dell’esame della sua VISA – il visto per entrare nel paese – con tanto di ragioni sulla presunta esenzione medica. E’ finita che il visto è stato ritirato e che al n.1 del mondo è stato intimato di abbandonare il paese, perché non ha presentato documentazione sufficiente per ottenere il permesso di accedere.
Djokovis vs Australia: a che punto siamo?
Lasciando da parte il fatto che il serbo e il suo staff hanno affrontato la cosa in maniera alquanto leggera – per usare un eufemismo – e che l’immagine di Novak Djokovic ne esce in maniera pessima. Attualmente dopo aver presentato ricorso contro le decisioni delle autorità australiane il tennista serbo è ospitato presso l’aeroporto di Melbourne, in una struttura alberghiera destinata ai no vax – anche se ha richiesto di essere trasferito in una struttura con campo da tennis per non interrompere gli allenamenti. Lunedì il giudice preposto si esprimerà sul suo appello.
Ma la risposta migliore, a mio giudizio, arriva dal mondo del tennis stesso – colpito in tutta questa pandemia più e più volte – ed è nelle parole di Nadal. Durante una conferenza stampa nel torneo 250 di Melborne ha spiegato: “L’unica cosa chiara per me è che se sei vaccinato puoi giocare agli Australian Open e ovunque. Il mondo secondo me ha sofferto abbastanza per non seguire le regole. Ho attraversato il Covid, mi sono vaccinato due volte. Djokovic ha fatto le sue scelte. Ognuno è libero di prendere le proprie decisioni, ma poi ci sono delle conseguenze. Naturalmente non mi piace la situazione e in qualche modo mi dispiace per lui. Ma, allo stesso tempo, conosceva le condizioni da molti mesi”.
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