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Lina Wertmüller, le coppie che hanno scritto la storia del cinema

La regista romana si è spenta ieri 9 dicembre nella sua città natale, lasciandoci le sue immortali pellicole

Nella giornata di ieri giovedì 9 dicembre ci ha lasciati Lina Wertmüller. Prima donna ad essere candidata al Premio Oscar per la Miglior Regia, è stata una figura di rottura, aprendo la strada a molte sue colleghe. Indole battagliera, che l’ha contraddistinta fino alla fine, non si è mai lasciata mettere i piedi in testa. Come lei stessa ha affermato: “Me ne sono infischiata. Sono andata dritta per la mia strada, scegliendo sempre di fare quello che mi piaceva. Ho avuto un carattere forte, fin da piccola.”

Nel corso della sua sconfinata carriera, che l’ha vista dividersi tra Giancarlo Giannini, Mariangela Melato, Sophia Loren e Marcello Mastroianni, ci ha regalato alcune tra le più importanti coppie del grande schermo. Per questo, chiunque volesse dedicarle un ultimo saluto, potrà recarsi oggi 10 dicembre al Campidoglio, in cui è stata allestita la camera ardente presso la sala della Promoteca dalle ore 10:00 alle ore 20:00. Ad annunciarlo è stato Roberto Gualtieri, sindaco della città di Roma.

Le coppie di Lina Wertmüller: l’inizio con Giancarlo Giannini e Rita Pavone

Dopo essere stata aiuto regista di Federico Fellini per La dolce vita (1960) e (1963), approda alla regia grazie a I basilischi, distinguendosi per il suo stile inconfondibile. Ironica, pungente, grande interprete della società a lei contemporanea, è riuscita a mischiare sapientemente la tematica amorosa con il conflitto di classe. Il tutto, grazie a un cast di primissima scelta, partendo già dai suoi esordi. È il caso de Rita la zanzara e Non stuzzicate la zanzara, distribuiti rispettivamente nel 1966 e 1967. I titoli dei due lungometraggi, che richiamano esplicitamente il nome dello storico giornale studentesco (La zanzara, per l’appunto) coinvolto in una controversia giudiziaria, aveva al centro delle sue vicende la combattuta storia d’amore tra Rita e il professor Paolo Randi. Interpretati rispettivamente da Rita Pavone e Giancarlo Giannini, sono stati la prima vera coppia lanciata da Lina Wertmüller.

Rita Pavone Giancarlo Giannini

L’affermazione con Melato-Giannini e Loren-Mastroianni

È tuttavia nel decennio successivo che la regista romana dà il meglio di sé. A partire dal 1972, infatti, inaugura il sodalizio duraturo che l’ha resa celebre a livello internazionale: quello stretto con Giancarlo Giannini (suo attore “feticcio”) e Mariangela Melato. Grazie alla grande abilità dell’interprete dagli occhi di ghiaccio nel riproporre diversi accenti regionali – oltre alla sua versatilità – e alla voce unica dell’artista milanese, Lina Wertmüller ci ha regalato alcuni tra i film più importanti della storia del cinema. Sono gli anni di Mimì metallurgico ferito nell’onore (1972), Film d’amore e d’anarchia (1973) e Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto (1974). Il conflitto tra cittadini e istituzioni, tra “classe operaia” e “dirigente” rende ancora più complesso il quadro entro cui si muovono le vicende amorose dei protagonisti.

Melato Giannini Loren Mastroianni

Gli anni Settanta proseguono all’insegna della critica alla società dei consumi, raccontata attraverso lo sguardo dei protagonisti, piccolo-borghesi. Il dramma pubblico viene dunque vissuto in un’ottica privata, che inaugura una nuova coppia (già celebre sul grande schermo). Si tratta di quella formata da Sophia Loren e Marcello Mastroianni. I due volti del cinema nostrano hanno regalato un’impagabile interpretazione in Fatto di sangue fra due uomini per causa di una vedova (1978).

Il lungometraggio – che ha ottenuto il Guinnes World Record per il titolo del film più lungo della storia del cinema – vanta nel proprio cast anche l’immancabile Giannini, in un combattuto menage a trois. Un quadro complesso, che Lina Wertmüller ripropone, in una chiave diversa e a tinte LGBTQIA+ in Sotto.. sotto.. strapazzato da anomala passione (1984). E lo fa attraverso la coppia Oscar-Ester composta da Enrico Montesano e Veronica Lario a cui, ben presto, si aggiunge la figura di Adele (Luisa De Santis).

Addio alla rivoluzionaria Lina Wertmüller: le parole di Sophia Loren e Giannini

Insomma, è indubbio il fatto che Lina Wertmüller sia stata una figura senza precedenti. La regista dagli occhiali bianchi più famosi del grande schermo ha conquistato gli spettatori, ottenendo inoltre il rispetto da parte dei colleghi più famosi. Nelle ultime ore, Sophia Loren ha dunque deciso di dedicare un pensiero verso la regista romana, rilasciando una dichiarazione per AdnKronos. “Sono profondamente addolorata. È scomparso un mito che verrà a mancare per sempre. Per me è come se fosse morto un familiare.” – ha ammesso la diva Premio Oscar.

Sophia Loren
May 21, 2014 file photo shows actress Sophia Loren during a photo call for “Human Voice,” (Voce Umana) at the 67th international film festival, Cannes (AP Photo/Alastair Grant)

Ad esprimere il proprio cordoglio è intervenuto anche l’interprete che – forse – più di tutti deve alla regista romana, per sua stessa ammissione, ovvero Giancarlo Giannini. Raggiunto dall’ANSA, lo storico interprete nostrano ha difatti rilasciato una lunga confessione sulla regista, scomparsa a 93 anni, affermando: “Se io oggi sono qui, se sono ancora un attore riconosciuto anche a livello internazionale, lo devo solo ed esclusivamente a una donna, Lina Wertmüller.” – l’interprete ha poi proseguito, dichiarando – “Lei mi ha scoperto, lei mi ha fortemente voluto, con lei abbiamo formato un sodalizio, sono i suoi primi piani nei quali era maestra assoluta, che mi hanno reso quello che sono, grazie a lei ho avuto la mia stella a Hollywood, ciao amica mia, mi spiace solo che in Italia non tutti ti hanno apprezzata, anzi in molti in certi momenti snobbata, ma il mondo è fatto di invidia, all’estero invece ti hanno riconosciuto, quello che in una parola sola ti definisce genio.

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Lorenzo Cosimi

  • Cinema e tv

    Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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