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Le donne di Ridley Scott: da Blade Runner a Lady Gaga in House of Gucci

Dall'intrepida Ellen Ripley di "Alien" fino alle ribelli "Thelma & Louise": il regista britannico ha da sempre rappresentato donne-eroine

Che Ridley Scott abbia scritto la storia del grande schermo è indubbio. Nonostante il semi-flop (al botteghino) di The Last Duel e, in attesa che arrivi House of Gucci nelle sale italiane, il regista britannico è salito per la prima volta alla ribalta grazie a lungometraggi del calibro di Alien e Blade Runner. Non solo sul versante fantascienza, Sir Scott si è cimentato anche alla regia road movie drammatico Thelma & Louise, così come con il genere guerra grazie al suo Soldato Jane (G.I. Jane). Pur con le dovute differenze del caso, ciascuna delle pellicole citate condivide un legame profondo che è un po’ il fil rouge dello stile Scott: figure femminili forti. Che sia la Ellen Ripley di Alien, o il tenente Jordan “Jane” O’Nell, fino alla discussa Patrizia Reggiani made by Gaga in House of Gucci, la femminilità trova in Ridley Scott la sua forma più audace.

Ridley Scott compie 84 anni: il regista della femminilità esplosiva e rivoluzionaria

È partito tutto da Alien. Secondo lungometraggio diretto da Sir Ridley Scott, all’epoca poco più che esordiente, uscì in sala poco più di 40 anni fa. Oltre a lanciare la carriera del regista britannico, che solo tre anni dopo diresse il lungometraggio che lo consacrò – Blade Runner, 1982 – ha dato il via a una delle saghe di maggior successo del grande schermo. E il merito principale risiede soprattutto nella figura della tenente Ellen Ripley, interpretata da Sigourney Weaver.

Proprio Ridley Scott si è battuto affinché il personaggio principale del kolossal di fantascienza fosse interpretato da una donna, rompendo uno dei maggiori tabù vigenti all’epoca. Fu proprio la Ripley ad indossare, per la prima volta in assoluto sul grande schermo, il casco d’astronauta, divenendo una delle eroine più intrepide e rivoluzionarie del cinema. Di lei, infatti, il critico cinematografico e presidente della Science Fiction and Fantasy Writers of America, John Scalzi, disse nel 2011:  “Non è un braccio destro, una compagna dell’eroe, né una fanciulla da salvare. […] è lei l’eroe dell’occasione.”

 

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Il look fortemente androgino e dimesso di Ripley ha lasciato spazio, alcuni anni dopo, allo stile aggressivo e cyberpunk della replicante Rachael (Sean Young) nel distopico Blade Runner. In questo caso, la componente rivoluzionaria è insita proprio nella sua natura. Pur essendo un robot, infatti, Rachael prova emozioni: piange, ride, si offende, trascendendo ancora una volta uno dei cliché del cinema – e della letteratura – fino ad allora vigenti.

Da Thelma & Louise House of Gucci: dive di oggi e del passato

L’allure audace e androgino ha lasciato poi spazio alle leggendarie e fuggitive Thelma e Louise, dai foulard e occhiali da sole dal sapore squisitamente divistico anni ’40. Le due, interpretate rispettivamente da Geena Davis e Susan Sarandon, sono due donne insoddisfatte della propria vita. Decideranno di scappare, abbandonando i propri mariti e lasciando dietro di sé una scia di crimini. Pur di non fare ritorno alla vita di prima, le protagoniste sceglieranno con coraggio di morire lanciandosi con l’auto da un precipizio.

 

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E se si parla di dive macchiatesi un vissuto controverso non si può non menzionare la Patrizia Reggiani di Lady Gaga, co-protagonista di House of Gucci. Il futuro distopico ha lasciato spazio a un passato non così remoto; l’ambientazione visionaria ha ceduto il posto a uno scenario italiano e griffato, in cui la moda è il filtro impiegato per coprire una realtà oscura, quella dell’omicidio di Maurizio Gucci. E a guadagnarsi la luce dei riflettori è proprio la Vedova Nera, colei che nel bene o nel male (più nel male) muove le fila della storia. Dimostrando, dunque, la propensione di Ridley Scott verso l’universo femminile.

 

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Lorenzo Cosimi

  • Cinema e tv

    Romano, dopo la laurea triennale in Dams presso l’Università degli Studi Roma Tre, si è poi specializzato in Media, comunicazione digitale e giornalismo alla Sapienza. Ha conseguito il titolo con lode, grazie a una tesi in Teorie del cinema e dell’audiovisivo sulle diverse modalità rappresentative di serial killer realmente esistiti. Appassionato di cinema, con una predilezione per l’horror nelle sue molteplici sfaccettature, è alla ricerca costante di film e serie tv da aggiungere all’interminabile lista dei “must”. Si dedica alla produzione seriale televisiva con incursioni sui social.

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