Carlo+Verdone%3A+%26%238220%3Blavorare+per+me+significa+andare+a+osservare+le+persone%2C+quelle+vere%26%238221%3B
velvetgossipit
/2021/11/17/carlo-verdone-una-delle-colonne-portanti-del-cinema-italiano-compie-71-anni/amp/

Carlo Verdone: “lavorare per me significa andare a osservare le persone, quelle vere”

L'attore e regista da poco si è cimentato con una serie Tv in cui racconta se stesso, "Vita da Carlo"

Romano, la prima parola che ti viene in mente pensando a Carlo Verdone. Poi realizzi che è attore, regista, sceneggiatore, personaggio televisivo. Il comico è un artista a tutto tondo, una delle colonne portanti del cinema italiano. Oggi, 17 novembre, un po’ come la sua città invecchia splendidamente, compiendo 71 anni. Con il suo modo di far riflettere, apparentemente con argomenti “leggeri”, sempre spiritoso e ironico, seguito da milioni di spettatori. Il mood del suo cinema è lo stesso della sua vita di tutti i giorni.

Al cinema si avvicina grazie al papà Mario Verdone, critico cinematografico. Celebre il racconto di un esame sostenuto davanti al padre, noto professore universitario: “Andai a fare un esame […] e dissi che ero preparatissimo su Bergman. Mi chiese tutto su Georg Wilhelm Pabst: non sapevo niente e mi bocciò. Io gli dissi ‘Ma papà stai scherzando?‘ e lui rispose: ‘Mi dia del lei!'”. Poi ha ampiamente dimostrato che la strada intrapresa dall’attore fosse era chiaramente quella cui era destinato.

Carlo Verdone è i suoi personaggi e sono tutti “cult”

I personaggi che nel tempo ha interpretato sono ormai dei “cult”. Da Enzo, un ragazzo coatto, interpretato in “Un sacco bello” (1980) a Umberto Gastaldi, professore scelto dal Vaticano per una delicata operazione al Papa, di “Si vive una volta sola” (2021). Ne vogliamo ricordare due del celebre “Bianco Rosso e Verdone” (1981): Mimmo, un ragazzo semplice che accompagna, tra una peripezia e l’altra, la nonna, Elena Fabrizi (conosciuta anche come la Sora Lella, la sorella del grandissimo Aldo Fabrizi), da Verona fino a Roma per andare a votare. In un’intervista rilasciata qualche anno fa su Rai 3 svela che per questo personaggio si è ispirato ad un suo amato amico: “ho catturato il DNA di un mio carissimo amico al quale voglio molto bene: Stefano. Lui è un personaggio poetico, un Forrest Gump”. Furio, è invece un borghese romano, rigido e pignolo trapiantato a Torino che parte con la moglie Magda e i figli sempre per andare a votare a Roma. Per questo personaggio dice: “è un po’ mio zio Corrado, un po’ un latinista-grecista amico dei miei genitori, e un direttore di banca che aveva lo stesso DNA vocale”. Il fatto che abbia preso come modello di riferimento delle persone conosciute non è una novità. Lui stesso infatti dice che: “lavorare per me significa andare a osservare le persone, quelle vere. Ho immagazzinato tante cose, perché a me fa piacere stare con la gente”.

Dopo le numerose interpretazioni dei più disparati personaggi, a sorpresa, dal 5 novembre scorso possiamo vedere per la prima volta l’attore nei panni di sé stesso nella serie tv Vita da Carlo ideata proprio da lui. Nella prima stagione di questo programma l’attore si racconta senza filtri, andando a svelare alcuni particolari inediti della sua personalità e della sua vita.

Il forte legame con la sua amata città: Roma

Si dice romano de Romae Carlo Verdone lo ha sempre dimostrato il suo attaccamento alla sua amata città. In una lettera aperta intitolata La mia Roma pubblicata sul n° 40 di Panorama dice: “L’appuntamento era sempre per il tramonto. Seduti a gambe incrociate, sigarette alla mano, stavamo lì per un’ora, in silenzio, a guardare lo spettacolo del sole che moriva alle tue spalle. […] Poi subentrava il faro del Gianicolo che alternava, con effetti psichedelici, bagliori di colore bianco, rosso e verde. Infine, le ultime acrobazie degli uccelli, i sempre più flebili rumori delle auto e il rosso di un cielo che sprofondava lentamente…e con lui due ragazzi sedicenni che fumavano le loro Nazionali sfuse e senza filtro, avvinti da quella indescrivibile bellezza che eri e che sei ancora oggi, mia adorata Roma.
Anche in un post di circa tre settimane fa sul suo profilo Facebook possiamo notare altre parole di grande ammirazione nei confronti della sua città.

L’attore, che spesso fotografa la città sui suoi social, ha scelto di abitare in un attico nei pressi del quartiere Monteverde. Dal terrazzo di casa sue è possibile vedere tutta Roma dal Gianicolo a Ponte Sisto, da Palazzo Farnese alla famosa Sinagoga. E la sua simpatia sta probabilmente nell’umanità tutta romana: anche se sei famoso, resti modesto, umile, genuino, dal cuore d’oro. Alla romana però, rigorosamente!

LEGGI ANCHE: Hande Erçel eletta Miglior Attrice Globale 2021: nessun premio per Kerem e Can Yaman

Exit mobile version