Il principe Filippo è stata una colonna portante della Famiglia Reale e della vita della regina Elisabetta. Ma nessuno potrebbe immaginare che per alcuni popoli si tratti di una divinità. Accade, però, nei villaggi di Yakel e Yaohnanen, dove è perfino sorto il Prince Philip Movement. Ecco di che cosa si tratta.
La “religione” basata intorno alla figura del principe Filippo
Quando è venuto a mancare lo scorso aprile, sono stati moltissimi gli inglesi e le persone di tutto il mondo che ne hanno pianto la scomparsa. Ma per qualcuno il principe Filippo era addirittura una divinità. Per mezzo secolo, infatti, il Movimento del Principe Filippo ha prosperato nei villaggi di Yakel e Yaohnanen. All’inizio contava diverse migliaia di seguaci, anche se oggi si stima che il numero si sia ridotto a poche centinaia. I seguaci di questa religione vivono in villaggi situati nella giungla di Tanna e continuano a praticare le loro usanze ancestrali. Si tratta di culture in cui si continua ad indossare abiti tradizionali e si segue uno stile di vita lontano da quello del mondo moderno. Sebbene mantengano forti legami con la società, infatti, usano raramente il denaro e la tecnologia moderna, come i telefoni o i pc.
Perché per il villaggio di Tanna era un “dio”
Secondo il “kastom” degli abitanti del villaggio, Tanna sarebbe l’origine del mondo e mira a promuovere la pace. E proprio in questo campo il principe Filippo ha svolto un ruolo centrale. Nel corso del tempo, infatti, gli abitanti del villaggio sono arrivati a credere che lui fosse uno di loro. Tutto ciò a causa di una profezia secondo cui un membro della tribù avrebbe “lasciato l’isola, nella sua forma spirituale originale, per trovare una moglie potente all’estero“. Il principe Filippo, inoltre, si impegnava molto, nel suo ruolo di principe consorte, a portare la pace in alcuni paesi del mondo. “Se avesse avuto successo – ha dichiarato un esperto alla BBC – avrebbe potuto tornare a Tanna, anche se glielo impedivano la stupidità, la gelosia, l’avidità e la lotta perpetua tipica dei bianchi“. Il duca di Edimburgo è stato visto come l’incarnazione vivente della loro cultura, una sorte di “dio” da venerare. Nella nostra cultura lo si potrebbe paragonare al “viaggio di un eroe, una persona che parte per una ricerca e conquista letteralmente la principessa e il regno“.
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