È sotto l’ala di Marcello Lippi che Giorgio Chiellini esordisce con la nazionale maggiore dell’Italia. Era il 17 novembre del 2004, e colui che sarebbe diventato anche il capitano della Nazionale superando le 100 presenze con la maglia dell’Italia. Il difensore della Juventus è nuovamente sul campo da calcio. Lì, sotto i riflettori dello stadio di Londra, non avrà altro a cui pensare, se non alla finale degli Europei, che vedrà l’Italia battersi contro l’Inghilterra. E mentre i motori di quella che sarà l’ultima partita degli Euro 2020 cominciano a prepararsi al ‘sound’ della carica, conosciamo meglio Giorgio Chiellini, e scopriamo alcuni curiosi retroscena che si celano dietro la sua carriera e oltre.
Chiellini presenta Chiellini
La corsa ruvida sul campo da calcio, rievoca tra le pagine del suo libro autobiografico Io, Chiellini con tono altrettanto schietto e senza mezze misure, ma con nessuna parola proibita. Il difensore, nonché capitano della Nazionale e dei bianconeri, oltre a ben due lauree e una lode, è uno dei giocatori più forti sul mercato calcistico e si sa tutto sulla sua carriera, nulla è sconosciuto ai fan. Ma è per tale motivo che Giorgio ha voluto mettere nero su bianco, quel profilo intimo che solo in pochi conoscono. Con Io, Chiellini, il calciatore si apre a chi sta dall’altra parte del campo a tifarlo. Un omaggio ai fan? Probabile. Ma molto più a colui che ha creduto nelle sue potenzialità. A colui, che si è fatto male cadendo, ma ha trovato la forza nel rialzarsi. Ovvero, a se stesso: un omaggio, si direbbe, alla sua persona.
Giorgio Chiellini è King Kong
Tutti hanno un soprannome. Magari spesso sussurrato in campo, e poi evocato a gran voce tra i calciatori negli spazi degli spogliatoi. Accade anche in Nazionale, che vede il capitano azzurro soprannominato a quanto pare, King Kong. Ebbene sì, ‘Re Giorgio’ si è guadagnato questo soprannome per il suo modo di festeggiare dopo aver segnato un gol. E chi non vorrà vederlo fare ripetutamente a Chiellini quel gesto, durante la finale degli Euro 2020? Quel suo modo di far festa che ci spinge a chiamarlo ‘il grande gorilla buono’, che ha saputo arrampicarsi in cima ai suoi sogni grazie alla sua forza di volontà.
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