Non tutti sanno che in passato una star della musica campana come Rocco Hunt rifiutò di scrivere di suo pugno il nuovo inno del Napoli. Fece ciò rispondendo ufficialmente all’invito che lo stesso Presidente della società partenopea lanciò nei suoi confronti. In effetti il legame tra musica e calcio è molto più intenso di quanto si possa innocentemente pensare. Ogni squadra di pallone, con annessa tifoseria, ha le canzoni a cui è più affezionata. I tifosi allo stadio Diego Armando Maradona di Napoli è solita cantare quelli che sono considerabili i veri e propri inni della cultura del posto, come ‘O surdato ‘nnammurato o Funiculì Funiculà.
Il calcio però talvolta è quanto di più simile esista alla religione: avere una fede e non cambiarla mai è una delle cose più belle e sentite che il mondo terreno possa offrirci. Proprio grazie ad un’argomentazione simile Rocco Hunt finì per declinare la proposta che il Presidente Aurelio De Laurentiis volle fargli nel lontano 2014.
Rocco Hunt ha sempre avuto le idee chiare
Intervistato dai media campani Rocco Hunt disse infatti: “Un inno a ritmo di rap ci sta benissimo, l’idea è più che indovinata, ma lo deve scrivere un tifoso vero, penso a Grazie Roma di Antonello Venditti, come al Nino D’Angelo Ragazzo della curva B. Io non sono ragazzo di nessun curva, non posso barare“. E ancora: “Ho ringraziato il Presidente dell’invito, poi gli ho spiegato le ragioni del mio inevitabile no. Non sono un tifoso, ho detto di no ad un invito simile della Salernitana, che però non era trapelato sui mass media“. Nonostante il ‘grande rifiuto’, Rocco Hunt oggi rimane comunque uno dei cantori più amati della sua regione. Non solo: il rapper è ascoltato molto anche all’estero. Il suo nome è infatti piuttosto famoso anche in Francia ed in Spagna.
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