Nella storia della moda ci sono sempre grandi ritorni e, negli ultimi anni, con l’arrivo dell’estate una calzatura che sta prendendo sempre più piede (permettetemi il gioco di parole) riguarda i sabot. Avete presente quelle che in origine nascono come calzature in legno e che vengono associate alla Valle d’Aosta (o all’Olanda)?
La scarpa sabot, conosciuta anche come mules, si contraddistingue perché davanti presenta la punta chiusa, mentre dietro (l’area del tallone per intenderci) è completamente aperta. Questo tipo di calzatura nel corso dei secoli ha mutato forma e anche interesse entrando sempre più nel guardaroba delle donne. Di gusto quindi prettamente femminile, i sabot possono essere calzati sia con o senza tacco.
Il fascino senza tempo dei sabot: le origini
C’è chi è convinto che l’origine dei sabot sia imputabile all’antica Roma. Per altri, invece, questa particolare calzatura è nata in Valle d’Aosta grazie alle mani abili dei calzolai del posto che hanno sempre scelto il legno come materiale da lavoro. Nel corso dei secoli, i sabot sono stati utilizzati in lungo e in largo, dai rivoluzionari francesi per arrivare ai contadini. Ma il boom nel mondo della moda è arrivato negli anni ’60, poiché associati soprattutto allo stile hippie. In quel periodo, infatti, i sabot venivano indossati in genere o a piede nudo o abbinati a calze colorate e vivaci.
Passerà del tempo prima che i sabot possano tornare a dettare tendenza, per la precisione negli anni ’90. In quel periodo questa calzatura ottenne un incredibile successo ed è forse a causa di questa nostalgia che, a distanza di 30 anni, si torna a parlare di sabot. Ma perché tornano a dettare tendenza? La caratterista più importante di queste calzature è che sono molto versatili e possono essere adattate a moltissimi stili. Uno dei sabot più famosi della storia? Quello di Gucci.
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