Intesa fra Parlamento, Commissione e Consiglio europeo sui certificati digitali europei per facilitare i viaggi di lavoro e turistici. Una novità importante in vista della seconda estate nell’era del Covid. In Italia nel frattempo è stata superata la soglia di 20 milioni di italiani vaccinati contro il Covid con almeno una dose. Significa un terzo della popolazione. Oltre 9 milioni sono del tutto immunizzati.
In base all’intesa raggiunta nella serata di giovedì 20 maggio dalla Ue, il green pass europeo sarà disponibile sia in formato digitale sia in formato cartaceo. Attesterà se una persona è stata vaccinata contro il coronavirus, o ha un risultato recente di test negativo, o è guarita dall’infezione. Il Green pass resterà in vigore 12 mesi. Il fatto di aver trovato un accordo a livello dell’Unione europea permetterà agli Stati membri di emettere certificati che saranno poi riconosciuti e accettati negli altri paesi dell’Unione. Il green pass non sarà una precondizione per esercitare il diritto alla libera circolazione e non sarà considerato un documento di viaggio, ma consentirà comunque di spostarsi da un Paese all’altro dell’Unione senza ulteriori adempimenti.
In seguito all’adozione del green pass i Paesi Ue non potranno più imporre ulteriori restrizioni di viaggio. Ad esempio non potranno imporre la quarantena, l’autoisolamento o i tamponi. Tutto ciò a meno che “tali misure non siano necessarie e proporzionate per salvaguardare la salute pubblica” in risposta alla pandemia di Covid. Tenendo conto anche delle prove scientifiche disponibili, “compresi i dati epidemiologici pubblicati dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc)”. Le eventuali misure restrittive dovrebbero essere comunque notificate agli altri Stati membri e alla Commissione almeno 48 ore prima di entrare in vigore.
In tema di Europa e Covid resta in primo piano il Recovery. Senza riforme l’Italia – così come tutti gli altri Stati che ne hanno fatto richiesta – non riceverà i soldi. L’hanno detto e ripetuto più volte, ricorda Chiara Brusini sul Fattoquotidiano.it, Ursula von der Leyen, il suo vice Valdis Dombrovskis e il commissario Paolo Gentiloni, Bankitalia e la Corte dei Conti, le agenzie di rating e da ultimo il capo dello Stato Sergio Mattarella. I tempi da rispettare per le riforme sono strettissimi. Nelle tabelle inviate a Bruxelles, infatti, il governo si è impegnato a varare sei decreti legge di riforma, compreso quello sulla governance del Piano e dunque dei 191 miliardi destinati all’Italia, già entro la fine di maggio. Vale a dire nei prossimi 10 giorni.
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