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Si è sposata Silvia Romano, con il marito erano amici fin da bambini

La 26enne che fu rapita in Kenya vive col coniuge italiano convertito all'Islam

Una nuova vita un anno dopo per Silvia Aisha Romano, la volontaria italiana sequestrata in Kenya e liberata dopo 17 mesi di prigionia nel maggio 2020. Il 10 maggio, quasi un anno fa esatto, l’aereo che la trasportava in Italia atterrò a Roma. Adesso Silvia si è sposata. La giovane, 26 anni, vive nel Milanese, il marito si chiama Paolo ed è un ragazzo suo coetaneo di origine sarda. I due si erano conosciuti da bambini a Campegine, in provincia di Reggio Emilia. Lui si è convertito all’Islam: la stessa religione ora praticata da Silvia “Aisha”.

Un’amicizia da sempre

Amici fin da quando erano bambini, i due coniugi si erano persi di vista per poi ritrovarsi dopo il ritorno in Italia di Silvia. La 26enne adesso insegna lingue straniere in una scuola per adulti. Era finita nel mirino degli odiatori sui social non solo per la sua conversione all’Islam ma anche per il presunto riscatto che l’Italia avrebbe pagato per la sua liberazione.

Il ritorno in Italia

La notizia della sua liberazione era arrivata in Italia nel tardo pomeriggio del 9 maggio 2020. Romano era stata liberata in Somalia dopo che un gruppo di uomini l’aveva rapita il 20 novembre del 2018 in Kenya. La giovane era poi giunta a Roma con un volo all’aeroporto militare di Ciampino alle 14 di domenica 10 maggio, accolta dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Sono stata forte e ho resistito. Sto bene e non vedo l’ora di ritornare in Italia”, furono le sue prime parole appena liberata.

Rapita in Kenya

La volontaria era sparita nel nulla dopo il sequestro in Kenya 18 mesi fa. Lavorava come cooperante per la onlus marchigiana Africa Milele. Un gruppo di sequestratori armati l’aveva prelevata nel poverissimo villaggio di Chacama, a circa ottanta chilometri dalla capitale del Kenya, Nairobi. La polizia locale aveva ipotizzato una pista interna, ossia un rapimento a opera di criminali comuni a scopo di estorsione. Con la possibilità che la banda di sequestratori “vendesse” la ragazza oltre confine, in Somalia, ai jihadisti di al Shabaab.

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