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Covid, Italia divisa in due fra zone rosse e arancioni. AstraZeneca, possibili limiti al vaccino

Atteso un nuovo parere dell'Ema sul prodotto del gruppo anglo-svedese

Un nuovo fronte di preoccupazione si addensa sul vaccino anti Coronavirus del gruppo anglo-svedese AstraZeneca. L’Italia ma anche la Gran Bretagna e altri Paesi europei potrebbero presto porre limitazioni all’uso del prodotto. Tutto questo mentre il nostro Paese torna diviso in fasce di colore a seconda del rischio Covid.

Regioni arancioni

Trentino, Veneto e Marche vanno ad aggiungersi da oggi 6 aprile alle altre 8 regioni che già erano in arancione. In tutti questi territori il calo dei contagi consente di riaprire anche ad alcune attività considerate “non essenziali”. In particolare, riapriranno le saracinesche parrucchieri, barbieri e centri estetici. Dovranno sottostare alle restrizioni da area arancione 4 italiani su 10, cioè quasi 25 milioni di persone.

Regioni rosse

Rimangono in rosso invece Calabria, Campania, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Puglia, Toscana, Valle d’Aosta e Lombardia. Quest’ultima Regione però, in seguito a un miglioramento dei numeri, dal 12 aprile potrebbe attenuare le restrizioni.

Riunione urgente

E si terrà proprio oggi 6 aprile, riporta l’Ansa, una riunione tra i tecnici dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e quelli del ministero della Salute. Oggetto dell’incontro: gli eventuali ulteriori indicazioni sull’utilizzo del vaccino AstraZeneca. Per una decisione definitiva, tuttavia, si attenderà il pronunciamento dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema). Il verdetto è atteso entro giovedì 8 aprile. Il punto è l’eventuale correlazione tra il vaccino e i rarissimi eventi di trombosi che vari Paesi hanno segnalato e che già avevano portato a un temporaneo stop precauzionale delle somministrazioni.

Possibili stop al vaccino

“È possibile, per maggiore precauzione, che l’Agenzia europea dei medicinali Ema indichi che per una determinata categoria è meglio non utilizzare il vaccino anti-Covid di AstraZeneca” ha affermato a Radio 24 il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri. Il quale ha comunque precisato che “questo è successo anche per tanti altri famaci”. E che nel caso di AstraZeneca il vaccino è stato utilizzato “in un numero estremamente alto di soggetti, mentre gli eventi trombotici rari segnalati sono pochissimi”. “Non vi è ombra di dubbio che vi sia un rapporto rischio-beneficio positivo“, ha aggiunto Sileri.

L’Inghilterra ci ripensa

Dal canto suo l’agenzia britannica del farmaco (Mhra) sta prendendo in considerazione la proposta di limitare l’utilizzo del vaccino Oxford-AstraZeneca. Ciò varrebbe per le persone più giovani. Lo riferisce l’emittente televisiva britannica Channel 4 citando fonti addentro al dossier governativo. “Due fonti ci hanno riferito che, sebbene i dati non siano ancora chiari, ci sono crescenti argomentazioni”. Le quali “giustificherebbero di offrire alle fasce di età più giovani, sotto i 30 anni, un vaccino differente.” Così ha riferito all’emittente Channel 4 il responsabile dell’agenzia del farmaco inglese, June Raine. In ogni caso, scrive il quotidiano The Guardian, le autorità hanno chiarito di non aver reso ancora alcuna decisione.

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