Oli Weatherall, giovane ventiduenne britannico del Surrey, ha una brutta allergia che gli impedisce di baciare le ragazze. Farlo, infatti, potrebbe causargli gravi problemi di salute (proprio come accaduto ad una ragazza andata in choc anafilattico) e persino la morte. Il giovane è allergico alle arachidi ed è stato segnato da un ricovero in ospedale dopo aver mangiato, appunto, del burro d’arachidi. “La sensazione è quella di morire per una crisi respiratoria, è terribile”, ha dichiarato in seguito all’episodio. Oli da quel giorno ha deciso di stare attento a tutto: anche cenare fuori può rappresentare una minaccia per lui, così come viaggiare e molte altre cose. Tra cui, appunto, dare un bacio. Il giovane evita i baci poiché è ben consapevole che quel bacio può essere fatale se la lei in questione ha appena mangiato un cibo ‘contaminato’.
Arachidi ovunque
Chi è allergico alle arachidi non necessariamente è allergico alla frutta a guscio. In compenso deve stare molto attento sia al burro d’arachidi che ad altri prodotti. Non finisce qui, infatti. Occhi aperti anche di fronte a biscotti, caramelle, gelato, salse varie, torrone, marzapane, pasta di mandorle, tutti i piatti africani, asiatici e messicani (ecco perché per Oli non è semplice nemmeno viaggiare). E ancora: possono essere pericolosi gli alimenti che contengono olio di arachidi estruso, i dolci come il budino e la cioccolata calda, la farina di arachidi, gli hamburger vegani, la mortadella e moltissimi altri cibi. Ma cosa c’entrano i baci? Semplice: non si può sapere cos’ha mangiato la ragazza in questione e Oli dev’essere sicuro di non rischiare prima di lanciarsi in un approccio romantico. Addio spontaneità!
I cibi più pericolosi
Il dossier Coldiretti che riporta la classifica dei cibi più pericolosi è stato presentato al Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’alimentazione di Cernobbio ed evidenzia una serie di situazioni a rischio in atto in alcuni Paesi che, di fatto, intrattengono fiorenti scambi commerciali con l’Italia. In tutto gli allarmi scattati nell’Unione Europea sono stati 2925. In testa c’è proprio la Turchia (276), seguita da Cina (256), India (194), Stati Uniti (176) e Spagna (171). Alla luce di questo discorso, Coldiretti ritiene di fondamentale importanza lavorare per una presa di coscienza dei consumatori. Il presidente Roberto Moncalvo ha affermato che “non c’è più tempo da perdere e occorre rendere finalmente pubblici i flussi commerciali delle materie prime provenienti dall’estero, per far conoscere anche ai consumatori i nomi delle aziende che usano ingredienti stranieri”. Questione di sicurezza che non può non essere presa sul serio.