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Giornata per le vittime del Covid, Draghi a Bergamo: “Lo Stato c’è”. Vaccini: decisione su AstraZeneca

Il premier nella città più colpita lo scorso anno durante la prima ondata

Bandiere a mezz’asta in segno di lutto e un minuto di silenzio in tutta Italia. Così oggi 18 marzo si celebra la prima Giornata nazionale in memoria delle vittime di Covid. A oggi, dopo 12 mesi di pandemia le vittime del Coronavirus hanno superato le 103mila unità. Cresce l’attesa per il verdetto dell’Ema, l’agenzia europea del farmaco, sul vaccino AstraZeneca, sospeso in molti Paesi d’Europa, Italia compresa. Oggi la decisione finale.

Il premier Mario Draghi a Bergamo

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha partecipato alla cerimonia di Bergamola città più colpita nella prima ondata. Ha deposto una corona di fiori al Cimitero monumentale della città e ha inaugurato col sindaco Giorgio Gori e il presidente della Regione, Attilio Fontana, il Bosco della Memoria, con la cerimonia per la messa a dimora dei primi 100 alberi. “Non possiamo abbracciarci ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti più uniti” ha detto Draghi. “Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili, sono tante le immagini di questa tragedia ma una è indelebile, la colonna di carri militari carichi di bare” ha sottolineato. E sul vaccino AstraZeneca ha detto: “Qualunque sarà la decisione dell’Ema la campagna vaccinale proseguirà con intensità“.

Quel giorno di un anno fa

Il 18 marzo 2020 è un giorno indelebile nella memoria degli italiani. Un anno fa una colonna di mezzi dell’esercito lasciava Bergamo con le bare delle vittime di Covid (nella foto in alto). Il cimitero della città orobica era al collasso e le salme andavano trasportate nei forni crematori delle regioni circostanti. Il via libera alla prima Giornata nazionale in memoria delle vittime di Covid è arrivato dalla commissione Affari costituzionali del Senato che ha approvato all’unanimità il ddl di cinque articoli sulla sua istituzione.

Il messaggio di Giuseppe Conte

“Esattamente un anno fa questa fotografia, scattata da un balcone di Bergamo, si diffuse rapidamente in tutto il mondo, divenendo la tragica icona del nostro lutto nazionale – ha scritto su Facebook l’allora premier Giuseppe Conte -. I camion militari che trasportavano fuori città centinaia di bare delle vittime della prima, grande ondata di Covid-19, ci costrinsero a misurarci con una ferita destinata ad aprire uno squarcio di dolore senza fine nella nostra comunità nazionale.” “Sono stati giorni terribili – sottolinea Conte -. Il grande senso di responsabilità e la necessità di rimanere lucidi e reattivi ci hanno dato la forza per affrontare questa grande sofferenza collettiva.”

“Pronti alla speranza e al riscatto”

“L’adesione dei cittadini allo slancio unitario di protezione dei più fragili ci ha consentito di non rimanere sopraffatti nel momento più duro della nostra storia più recente.” “Oggi è la Giornata nazionale dedicata alle vittime di questa pandemia.” “Il ricordo di tante vite spezzate – conclude Conte -, il dolore per tanti affetti perduti ci deve ora trasmettere la forza per vincere questa sfida. Abbiamo dimostrato di essere una grande comunità nei giorni del dolore. Dimostreremo di esserlo anche nei giorni della speranza e del riscatto. Li attendiamo presto.”

L’incoraggiamento di Mattarella agli italiani

Bandiere a mezz’asta al Quirinale in segno di lutto. Mattarella ha promulgato oggi la legge che istituisce la Giornata del 18 marzo: ogni anno si celebrerà la ricorrenza in memoria delle vittime del Covid. “L’Italia ha dimostrato di essere una comunità capace di risollevarsi” dalla catastrofe della pandemia, aveva detto già ieri 17 marzo il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “L’Italia, colpita duramente dall’emergenza sanitaria, ha dimostrato ancora una volta spirito di democrazia, di unità e di coesione”. Così infatti il capo dello Stato aveva salutato il 160º anniversario dell’Unità d’Italia. Nel distanziamento imposto dalle misure di contenimento della pandemia ci siamo ritrovati più vicini”, aveva sottolineato Mattarella. Lo scorso anno fu proprio il presidente a recarsi in visita in Lombardia, nelle zone più colpite dal virus, quando i vaccini erano ancora lontani.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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