Covid, la pandemia è in mezzo a noi da un anno. Ma ci aspettano settimane difficili
Il diffondersi delle varianti del virus facilita la crescita dei contagi
Dal ministro della Salute, Roberto Speranza, arriva un appello a cittadini nei giorni in cui, con l’inizio di marzo, si compie un anno da quando l’Italia si ritrovò in zona rossa e cominciò il lockdown. “La curva del contagio sta risalendo in maniera significativa e dobbiamo ancora batterci – dice il ministro della Salute -. Le prossime settimane non saranno facili: è dovere della politica e delle istituzioni dire la verità”. Le dichiarazioni di Speranza sono arrivate oggi 1 marzo alla presentazione del Piano Nazionale Esiti (valutazione e monitoraggio clinico-assistenziale) di Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali).
Speranza: “Serve ancora rigore”
“Dovremo chiedere ancora ai cittadini rigore, rispetto, attenzione alle norme – ha detto ancora Speranza -. Questo virus è insidioso e complicato e non lo si batte con le ordinanze o i Dpcm. C’è bisogno di sentire il senso di una sfida collettiva”. Il messaggio del titolare della Salute si concretizza nel momento in cui c’è comunque un motivo di ottimismo. Sta infatti per cominciare la Fase 1 della sperimentazione del vaccino tutto italiano di Rottapharm Takis. Una dose sarà somministrata a un volontario 21enne all’ospedale San Gerardo di Monza. Il prodotto sarà testato anche allo Spallanzani di Roma e all’Istituto Pascale di Napoli dopo l’autorizzazione ricevuta da Aifa e Comitato etico dello Spallanzani.
AstraZeneca, svolta sulla produzione
Cambiano intanto colore molte regioni italiane. Lombardia, Marche e Piemonte passano dalla zona gialla alla zona arancione. La Basilicata e il Molise diventano zona rossa. Sul fronte dei vaccini il gruppo anglo-svedese AstraZeneca si dice disposto a “cedere le licenze di produzione del vaccino anti-Covid per far sì che si possa accelerare. È quello che abbiamo fatto negli ultimi mesi: i 20 stabilimenti di produzione non sono solo nostri”. Lo ha dichiarato Lorenzo Wittum, amministratore delegato di AstraZeneca Italia. “Abbiamo bisogno di un partner capace di gestire questo processo di produzione – ha aggiunto -. Perché il trasferimento tecnologico non è assolutamente facile. Serve che abbia capacità di produzione di decine di milioni di dosi al mese”.
Le prime vittime della variante sudafricana
Una campagna vaccinale di massa è sempre più urgente. Lo dimostra anche il fatto che in Alto Adige si sono verificati i primi due decessi di pazienti Covid colpiti dalla variante sudafricana del virus. La notizia, diffusa dal quotidiano Dolomiten, è stata confermata dall’Azienda sanitaria. Nella zona di Merano cresce il numero di Comuni isolati proprio per limitare la diffusione di questa variante. Per entrare e uscire da questi Comuni è obbligatorio un tampone negativo effettuato non più di 72 ore prima. Durante questi test a tappeto sono stati identificati altri quattro casi di variante sudafricana.