Covid, nuova variante del virus in Campania: “Mai vista finora in Italia”
Avviato l'immediato tracciamento dei contatti per bloccarla sul nascere
Fa paura, e al tempo stesso è importante dal punto di vista scientifico, la notizia dell’individuazione, in Campania, di una variante del Covid-19 “mai descritta prima in Italia”. La scoperta è avvenuta nell’ambito di una ricerca dell’Istituto Pascale e dell’Università Federico II di Napoli, finanziata dalla Regione.
I casi? Pochi in tutto il mondo
Il caso è quello di un professionista di ritorno da un viaggio in Africa. L’uomo è risultato positivo al Covid-19 a seguito del tampone. Si è infettato con una variante del Coronavirus finora ignota in Italia. Al momento non si sa quale sia il potere di contagio della variante scoperta in Campania. E non sono note neppure altre sue caratteristiche, come accade per altre varianti rare del virus. Si chiama B.1.525 e fino ad oggi ne sono stati individuati soltanto 32 casi in Gran Bretagna, oltre a pochi casi in Nigeria, Danimarca e Stati Uniti. Mai finora in Italia.
È “sorella” della variante inglese
La nuova mutazione è simile alla variante inglese B117 e contiene una serie di mutazioni che destano allarme tra gli esperti. Compresa la E484K sulla proteina Spike, che si trova all’esterno del virus e che gioca un ruolo importante per l’ingresso del virus nelle cellule. Questa mutazione è stata già trovata nelle varianti sudafricane e brasiliane. Sono allo studio eventuali risposte negative all’azione anticorpale dei vaccini.
Il valore della scoperta
“Una scoperta di straordinario valore scientifico” ha commentato il governatore della Campania Vincenzo De Luca. Il quale ha definito il risultato “tempestivo e utilissimo”. Una scoperta che “conferma l’importanza di aver finanziato questi studi, la necessità dell’adozione di misure straordinarie nazionali da parte del Governo per non vanificare il programma di vaccinazioni che è pienamente in corso, e che rende ancor di più indispensabili le forniture dei vaccini necessari per fronteggiare l’epidemia”.
Caccia ai “contatti”
“La sequenza del campione giunta a noi dal Policlinico Federiciano – spiega Nicola Normanno dell’Istituto Pascale citato da Adnkronos – ci ha subito insospettiti perché non presentava analogie con altri campioni provenienti dalla nostra Regione. Dopo un confronto con il gruppo del Reparto Zoonosi Emergenti dell’Istituto superiore di Sanità abbiamo avuto la conferma che si tratta di una variante descritta finora in un centinaio di casi in alcuni Paesi europei e africani, ma anche negli Stati Uniti. Abbiamo immediatamente depositato la sequenza nel database internazionale Gisaid e avvertito le autorità sanitarie”. Sono immediatamente partite tutte le procedure previste a cominciare dal tracciamento dei contatti.