Invisibili e terapeutici: i microrobot viaggiano nel corpo umano
Serviranno a curare le malattie in maniera più efficace
Robot? Macché. Siamo già ai primi microrobot capaci di muoversi in maniera autonoma nel corpo umano a fini terapeutici. Si tratta di una novità scientifica molto importante di cui l’Italia è adesso protagonista assoluta. L’obiettivo di questi robot piccolissimi sarà quello di eseguire procedure mediche non invasive all’interno del corpo umano. Questo grazie al nuovo progetto di ricerca Celloids, finanziato dal Consiglio europeo della ricerca (Erc). Un programma sovvenzionato con 1,5 milioni di euro in cinque anni e coordinato da Stefano Palagi, ricercatore dell’Istituto di BioRobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, uno degli istituti universitari più importanti al mondo per la robotica.
Scienziati al lavoro
Dopo aver conseguito il dottorato presso la Scuola Superiore Sant’Anna, Palagi ha trascorso un periodo in Germania presso il Max Planck Institute for Intelligent Systems. Per poi rientrare in Italia come ricercatore presso l’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit). All’interno del gruppo Bioinspired Soft Robotics del Center for Micro-BioRobotics di Iit, Palagi ha ideato e avviato il suo progetto (nella foto in alto una rappresentazione dei microrobot, fonte Scuola Sant’Anna). Per completarlo ecco i fondi Erc, e il lavoro che si svolgerà alla Scuola Superiore Sant’Anna.
Nuove terapie
Prendendo ispirazione dal movimento “ameboide” delle cellule che viaggiano in modo naturale attraverso i tessuti corporei, Stefano Palagi svilupperà dei microrobot più piccoli di un millimetro. Organismi elettronici così sofisticati da modificare continuamente la loro forma. Al fine di inoltrarsi nei minuscoli interstizi presenti nei tessuti biologici. “La caratteristica innovativa di questi microrobot – spiega Palagi – è la capacità di modificare autonomamente la propria forma e di adattarsi all’ambiente circostante. Muoversi e orientarsi in autonomia dentro il corpo umano apre la strada a procedure mediche rivoluzionarie”.
Robot capaci di adattarsi
Per fare degli esempi, spiega ancora il ricercatore della Scuola Sant’Anna di Pisa, possiamo pensare al “monitoraggio continuativo dall’interno del corpo per scopi diagnostici o interventi non invasivi in organi molto delicati”. I microrobot, che avranno un corpo liquido contenente uno sciame di particelle auto-propellenti, percepiranno stimoli ambientali e segnali di controllo esterni. E si orienteranno attraverso mezzi complessi simili ai tessuti biologici.