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Chicche di Velvet

Come è nato il bikini? Dalla bomba atomica a Brigitte Bardot

Il bikini: sfoggiato, sudato, criticato, strumentalizzato. Attorno al due pezzi che scandisce l’ansia ciclica della prova costume, si è formata una cultura vastissima che non sempre ci piace (del body shaming, ad esempio, faremmo volentieri a meno). Ma com’è nato il costume da bagno più famoso del mondo? E com’era prima che diventasse sempre più sottile, sempre più scabroso e sempre più chiacchierato? Va detto subito: fin dal suo esordio sul palcoscenico della storia, il bikini ha fatto discutere e ha portato scompiglio.

Era il 1946 quando venne lanciato sul mercato un capo d’abbigliamento tanto innovativo quanto scandaloso. Una vera ‘bomba anatomica’, così la definirono all’epoca, poiché il nuovo costume da bagno femminile andava a riscrivere la storia del due pezzi da spiaggia. Dal 1935 in poi, infatti, il costume aveva sempre accuratamente coperto l’ombelico delle donne.

1946: Micheline Bernardini è la prima donna ad indossare un bikini

Lous Réard però la pensava diversamente: nella Parigi del 1946 il sarto francese lavorò sul modello già introdotto mesi prima da Jacques Heim, mettendo a punto il costume da bagno più piccolo al mondo. Così piccolo da non riuscire a trovare una modella che lo indossasse. La scelta finì col ricadere su una spogliarellista del Casino de Paris, appena diciannovenne. Già, proprio una spogliarellista (per vivere) nonché danzatrice e modella (per formazione) e attrice (nell’ultima fase della sua carriera). Nonostante tutto questo, ovviamente, a partire da quel 1946 il suo nome sarebbe stato associato per sempre a qualcos’altro… Infatti fu lei, Micheline Bernardini, nata nel 1927 in Francia, ad indossare il primo bikini della storia. Seno in vista, slip simile ad una mutandina, una porzione di glutei scoperti e, soprattutto… il temutissimo ombelico in vista!

Bikini Micheline Bernardini

Per il nuovo costume da bagno venne scelto un nome simbolico, che secondo Heim andava a sottolineare le sue dimensioni ridottissime (Atome – come un atomo) e che secondo Réard avrebbe avuto effetti ‘esplosivi’ sulla moda e nella società… Proprio come le bombe che gli Stati Uniti lanciavano sull’atollo di Bikini nelle isole Marshall. E con la stessa potenza, anche il bikini divise l’opinione pubblica: se pensate che faccia discutere solo oggi, nell’epoca dei social e dell’esibizionismo, non avete idea di quanto abbia sconvolto il costume dell’epoca.

Arriva Brigitte Bardot e lo trasforma in un trend senza tempo

Lanciato ufficialmente il 5 luglio del 1946, ci vorranno 15 anni prima che gli Stati Uniti lo accettino culturalmente. Non saranno da meno i paesi europei: Francia, Portogallo, Italia e Spagna infatti lo bandiranno per tutti gli anni Cinquanta. E alla fine, per segnarne lo scatto storico, ci vorrà Lei, icona universale di bellezza e sensualità, ma soprattutto perla dell’avanguardia femminista (quella giocata sul costume sociale più che sulle battaglie politiche). Con il suo stile nature e selvaggio, con i capelli biondissimi ed arruffati, con un accenno di strabismo di Venere e un corpo senza tempo… Sarà Brigitte Bardot a rendere il bikini prima un costume da bagno accettabile, poi un trend intramontabile.

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