La riapertura di palestre, piscine, centri estetici, cinema e teatri sembra allontanarsi. Potrebbe, cioè, avvenire ben oltre il 15 gennaio, fra un mese o quasi. Il Decreto del presidente del Consiglio (Dpcm) con le attuali misure restrittive anti coronavirus, e relative chiusure degli impianti sportivi e di spettacolo, scadrà il 15 gennaio, appunto. Ma ciò non significa che la riapertura sia automatica allo scadere di quella data.
Il fattore contagi
Tutto dipenderà infatti dall’andamento della curva dei contagi da coronavirus. Sebbene la discussione sia già stata avviata, la decisione finale il governo la prenderà a ridosso della scadenza del decreto attualmente in vigore. Bisognerà verificare se, dopo i dieci giorni di lockdown dell’Italia in zona rossa, a cui si aggiungeranno i quattro in zona arancione, fino al 6 gennaio, l’evolversi della pandemia sarà migliore o peggiore. Nel nostro Paese si contano ancora oltre 10mila contagi e 261 vittime (dati di ieri 27 dicembre). Per consentire la riapertura senza troppi vincoli a palestre, piscine e cinema occorreranno dati più rassicuranti.
Ingressi limitati
Intanto le associazioni di categoria premono sul governo. Per le palestre si ipotizza una riapertura con l’osservanza di regole molto strette. Si potrebbero cioè contingentare ulteriormente gli ingressi. Di più. Servirebbe, probabilmente, ripristinare la regola che vieta l’accesso negli spogliatoi. A breve gli esperti dovrebbero ultimare un protocollo standard che prevede solo lezioni singole e non più di gruppo. Per quanto riguarda le piscine, invece, si valuta l’ipotesi di un’unica persona per corsia di nuoto.
Paura assembramenti
Per i teatri, i cinema e le sale da concerto il problema è rappresentato per lo più dalle code che si creano all’ingresso più che dalla presenza all’interno (dove i posti si posso distanziare). Per i musei si valuta un forte contingentamento degli ingressi in modo da evitare assembramenti all’interno e all’esterno delle sale. Fra gli esercenti così come fra le direzioni museali e teatrali, per non dire del pubblico, serpeggia insoddisfazione. Si accetta con difficoltà l’idea che non si possa regolamentare l’afflusso delle persone pur nel rispetto delle normative di sicurezza. Gennaio 2021 potrebbe finalmente diventare il mese in cui, piano piano, queste strutture così amate torneranno a vivere.