
Periodo denso di impegni lavorativi per Giuseppe Fiorello. Reduce dal grande successo ottenuto con la miniserie Gli orologi del diavolo, l’attore è infatti in procinto di ritornare su Rai 1 con Penso che un sogno così. Il programma sarà un adattamento televisivo dello spettacolo basato su Domenico Modugno che l’ha portato in giro per l’Italia, per un totale di 300 serate. Un grande successo di pubblico, quindi, che debutterà sulla rete ammiraglia lunedì 11 gennaio. In piena promozione, Giuseppe Fiorello ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera, svelando alcuni dettagli retroscena inediti sulla propria vita. In particolare, l’attore ha parlato della centralità della figura del padre, scomparso quando l’interprete aveva appena 20 anni e al quale ha deciso di dedicare lo spettacolo. Ecco le sue parole.
Giuseppe Fiorello: “Mio padre mi aiuterà, pensavo. Il mondo mi crollò addosso”
Una passione, quella per Domenico Modugno, iniziata fin da bambino. Stando alle parole di Giuseppe Fiorello, il merito di ciò dipende proprio dal padre, che lo ha “cresciuto a pane e Modugno“. Inevitabilmente, dunque, l’attore non poteva non ricordare il genitore, che nella sua carriera ha avuto un ruolo decisivo. E proprio a lui ha deciso di dedicare lo spettacolo. Su il Corriere della Sera, l’interprete si è soffermato molto sulla figura paterna, scomparsa troppo presto, parlandone come di un uomo “semplice, simpatico, anche se la simpatia spesso viene letta come una dote leggera“. Giuseppe Fiorello ha poi proseguito, affermando: “Mi colpiva la sua positività, la sua visione della vita: era un possibilista, tutto per lui era possibile, fattibile; sognava molto“.
Proprio la morte del padre, come ha proseguito, lo ha posto davanti a un bivio. La perdita improvvisa di un punto di riferimento come un genitore ha infatti scosso la sua vita, gettandolo nell’incertezza. A tal proposito, il noto interprete ha dichiarato: “Mio padre mi aiuterà, pensavo. Il mondo mi crollò addosso. La sua morte mi costrinse a crescere più velocemente e a mettere in ombra la parte chiusa e bloccata di me“. Giuseppe Fiorello ha, giustamente, reagito a quel dolore provato per la tragica perdita, trasformandolo in uno stimolo a girare, a muoversi e crescere in tutto e per tutto. La svolta artistica è stata fondamentale in questo processo: una svolta che, a detta sua, non sarebbe stata possibile senza la figura paterna.