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Manuel Agnelli senza peli sulla lingua: “La mer*a passa di moda, Chi se ne frega di…”

A poche ore dalla finalissima di X Factor 2020, il giudice guida delle band ha rilasciato alcune dichiarazioni sulla competizione

Anche quest’anno, nonostante la pandemia, X Factor è giunto alla fine. Alessandro Cattelan, conduttore e spina dorsale dello show, così come lo hanno definito amici e colleghi, ha dovuto affrontare il Covid-19, ma è stato degnamente sostituito da Daniela Collu per due puntate. I giudici hanno imparato a conoscersi e se all’inizio, durante le selezioni, sono apparsi in perfetta armonia, le cose sono cambiate con lo start della gara. L’atmosfera si è fatta incandescente al tavolo dove siedono Emma, Hell Raton, Mika e Manuel Agnelli; liti, scambi di opinioni accessi e strategie per salvare i propri concorrenti. Tale spirito lo si è ravvisato anche durante le ore che precedono la finale; Manuel Agnelli ha, infatti, rilasciato alcune dichiarazioni molto interessanti e colorite sulla gara di quest’anno e sull’andamento del mercato musicale in generale.

Manuel Agnelli: “La mer*a passa, la musica resta”

 

Il leader degli Afterhours, stasera live sul palco di X Factor, durante la conferenza stampa pre-show, ha rilasciato alcune dichiarazioni sui concorrenti della sua categoria e sul mercato musicale italiano e internazionale: “La mer*a passa di moda, la musica resta. Io offro un’alternativa”. Quando gli è stato chiesto che tipo di futuro auspichi per i suoi Little Piece of Marmelaid, non ha avuto dubbi: “l’importante non è vincere ma lasciare il segno. Capisco che la gente abbia paura della televisione, però penso che si possa fare tv rimanendo se stessi e i Little Piece l’hanno dimostrato […] Chi se ne frega -di ciò che sarà dopo, n.d.r.-. Il loro futuro non è fatto di discografia o di radio. È fatto di concerti, anche di esibizioni, anche di dischi per un pubblico magari più di nicchia”.

“È un percorso – ha continuato Manuel Agnelli – che assomiglia a decine di gruppi della nostra scena. L’alternativa alla discografia esiste anche dal punto di vista professionale. Io offro un’alternativa. Se contiamo quanti soldi ho fatto io in 35 anni di carriera sono molti, ma molti, di più di chi ha fatto un tormentone. Loro avranno una carriera di questo tipo, fatta di cache, di lavoro. C’è chi produce musica per venderla come primo scopo, non c’è niente di male, il mercato serve, più soldi ci sono più progetti si realizzano”.

“Tutta una questione di qualità”

 

Anche per quanto riguarda il mercato attuale, Manuel Agnelli non ha temuto di dire la propria in maniera schietta e diretta: “Il mercato è sfittico, ottuso, chiuso e un po’ troppo protezionista. Se vendiamo tonnellate di mer*a non potrà diventare florido. Non voglio passare per integralista e non sono contro il mercato. Ma quella roba non mi interessa, non mi piace. Credo che il problema non sia chi fa musica per il mercato, ma che il mercato non considera cose che vengono fatte al di là di esso. È una questione di qualità, riuscire a vendere i dischi è una figata se dentro i dischi ci sta buona musica, non della merda. La merda passa di moda molto velocemente ed è quello che succederà, la buona musica resta. Detto questo, chi vuole fare i tormentoni è liberissimo di farlo, ma è chiaro che non glieli comprerò io”.

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