“Ci attendiamo un raddoppio dei ricoveri ospedalieri e in terapia intensiva nella prossima settimana se il trend non muterà”. Lo afferma all’agenzia di stampa Ansa il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri (Aaroi) Alessandro Vergallo, in relazione ai contagi di coronavirus in Italia. “In attesa degli eventuali benefici derivanti dalle misure dell’ultimo dpcm”, precisa Vergallo, “che potranno però evidenziarsi non prima di altri 10 giorni”. Il nuovo Dpcm è entrato in vigore il 6 novembre e, secondo il presidente dell’Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri, eventuali effetti positivi delle misure restrittive non si vedranno in pratica prima della settimana fra il 15 e il 22 novembre.
“Nuovo lockdown”
L’appello degli anestesisti è dunque a correre subito ai ripari. Le terapie intensive “sono già sotto pressione – afferma ancora Vergallo -. A fronte di ciò e dell’assenza di una medicina territoriale, la proposta di lockdown nazionale – rileva – è a questo punto ragionevole”. I ricoveri ospedalieri e dunque anche quelli in terapie intensiva, ha spiegato Vergallo, “purtroppo aumenteranno”. Intanto, “a trend epidemico invariato – ha sottolineato – finora abbiamo visto appunto un raddoppio dei casi in media ogni 10 giorni“.
“La situazione è al limite”
Se dunque “pensiamo ad una proiezione a breve termine, la situazione appare al limite. Le terapie intensive – affermato – iniziano ad essere in crisi per il superamento della soglia limite del 30% di posti letto occupati per malati Covid”. Ma la crisi, precisa Vergallo, “riguarda l’intero sistema ospedaliero, per l’enorme pressione cui è sottoposto in questo momento”.
Medici di base allo stremo
Tale situazione, precisa, “è dovuta anche al fatto che la Medicina del territorio, che coinvolge circa 50mila medici di base, non sta funzionando“. Dunque, “visto che dalla Medicina del territorio non sta arrivando aiuto concreto e visto che gli ospedali cominciano ad essere saturi – ha concluso il presidente degli anestesisti rianimatori – la proposta della Fnomceo (Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri, ndr.) ci sembra a questo punto ragionevole. Si tratta di una proposta che accogliamo a malincuore per le implicazioni che ha, ma allo stato in cui siamo è ragionevole”.
Decisioni a breve
Intanto il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli, che domenica 8 novembre ha chiesto un lockdown nazionale per contrastare l’emergenza epidemica da Covid-19, fa sapere che “il ministro della Salute Roberto Speranza condivide le nostre preoccupazioni. Credo ne parlerà con il premier Conte e si farà quindi nell’ambito del governo una valutazione politica”.