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Coronavirus, il nuovo decreto di Conte: cene a casa solo con 6 amici e la mascherina

Giuseppe Conte ha firmato il nuovo Decreto del presidente del consiglio (Dpcm) contro la diffusione del coronavirus: vale 30 giorni. Scattano una serie di nuove regole.

Niente calcetto e basket

L’obiettivo del governo è arginare il dilagare dei contagi: ogni giorno in Italia si registrano 4-5 mila nuovi casi di positività al Sars-CoV-2. Fra le principali novità del Dpcm la sospensione degli sport di contatto, come il calcetto o il basket, a livello amatoriale. Le palestre restano aperte. Gli stessi sport di contatto restano consentiti a livello dilettantistico per le società che mettono in atto protocolli anti-Covid. Stop anche a gite scolastiche, attività didattiche fuori sede e gemellaggi. Divieto di sosta davanti ai locali dopo le ore 21.

Mascherina

Il governo raccomanda di non restare nella stessa abitazione in più di 6 persone contemporaneamente e di usare sempre la mascherina. L’articolo 1 del Dpcm stabilisce che “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto”. Si fanno salvi “i protocolli e le linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché per il consumo di cibi e bevande”. Dall’obbligo della mascherina è escluso chi fa attività sportiva, i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Si raccomanda inoltre fortemente l’utilizzo dei dispositivi “anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi“.

Feste, discoteche, cerimonie

Restano chiuse le sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, mentre sono permessi congressi e fiere. La novità, rispetto ai precedenti Dpcm, è che sono vietate le feste in tutti i luoghi al chiuso e all’aperto. Restano consentite, con le regole fissate dai protocolli già in vigore, le cerimonie civili o religiose come i matrimoni. Le feste conseguenti alle cerimonie possono invece svolgersi con la partecipazione massima di 30 persone nel rispetto dei protocolli e delle linee guida vigenti.

In casa non più di 6 “non conviventi”

Nelle abitazioni private è “comunque fortemente raccomandato di evitare feste e di ricevere persone non conviventi in numero superiore a 6“. Il Dpcm interviene anche sulle gite degli studenti. “Sono sospesi – si legge nella bozza – i viaggi d’istruzione, le iniziative di scambio o gemellaggio, le visite guidate e le uscite didattiche programmate dalle istituzioni scolastiche di ogni ordine e grado, fatte salve le attività inerenti i percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, nonché le attività di tirocinio”.

Movida notturna

La stretta riguarda bar, ristoranti, pub, gelaterie e pasticcerie. “Le attività dei servizi di ristorazione sono consentite fino alle 24 con servizio al tavolo e sino alle 21 in assenza di servizio al tavolo”. Resta consentita la “ristorazione con consegna a domicilio e la ristorazione con asporto ma con divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le 21″.

Cinema, concerti e stadio

Resta per gli spettacoli il limite di 200 partecipanti al chiuso e di 1000 all’aperto, con il vincolo di un metro tra un posto e l’altro e di assegnazione dei posti a sedere. Sono sospesi gli eventi che implichino assembramenti se non è possibile mantenere le distanze. Per le competizioni sportive è consentita la presenza di pubblico, “con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori” all’aperto e 200 al chiuso. Va garantita la distanza di un metro e la misurazione della febbre all’ingresso.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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