Renato Zero contro Achille Lauro: “Io mi sono fatto il mazzo. Non ero un clown”
Renato Zero ha rivelato il suo vero pensiero su Achille Lauro. Dalla sua esibizione durante il Festival di Sanremo 2020, i giornali non fanno che accostare il rapper allo storico artista romano. Accomunati da uno stile eccentrico e sopra le righe, i due sembrano connessi tant’è che l’interprete di Me ne frego è designato come suo erede. Tuttavia, Renato Zero non sembra essere d’accordo. Ecco cosa ha dichiarato.
In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, Renato Zero ha ripercorso la sua carriera. A breve l’artista spegnerà infatti 70 candeline ed è giunto anche il momento di fare un bilancio della sua vita. In molti, tuttavia, lo hanno associato a Achille Lauro, grazie al trasformismo che il giovane interprete pare aver ereditato dal cantautore stesso. Messo alle strette, il re dei Sorcini ha perciò espresso il suo parere sul rapper. Le sue parole si sono però estese anche, in una visione più ampia, a tutti gli artisti emergenti. Stando a quanto dichiarato, Renato Zero non sembra contento di questo paragone. Ecco le sue parole su Achille Lauro…
Renato Zero, parole dure contro Achille Lauro: “Io non ero un clown”
Renato Zero ha quindi espresso il suo parere in merito a Achille Lauro. Secondo l’artista romano, il paragone tra i due sarebbe improprio, sia per i tempistiche diverse che per le tematiche trattate. Il suo discorso si amplia anche verso le nuove leve della musica. Ecco cosa afferma:
“I giovani? La facilità di visibilità che hanno oggi rischia di bruciarli troppo presto. […] Achille Lauro? Riesce ad affermarsi con poco. Io mi sono fatto il mazzo. Cantavo la periferia, non ero un clown. Achille fa con poca spesa, io mi sono fatto un mazzo così, ma lungi da me giudicare. […] Io amo tutti quelli che fanno questo lavoro a patto che non prendano in giro il pubblico.” Renato Zero continua: “Quando ho iniziato io dovevano sgomberare le piste dei locali, non c’erano palcoscenici. Sfollavano la pista da ballo e io cantavo con solo un revox, nella mia verità coperta di piume. Non giocavo a fare il clown della situazione, io cantavo le problematiche della periferia, della borgata della gente emarginata.“