Spesso si tratta di diete drastiche altre volte si tratta di particolari patologie (nella maggior parte dei casi di natura psicologica). La storia del ragazzo che mangia solo omogeneizzati per 14 anni, rientra nel secondo caso. La Repubblica ha raccolto la testimonianza di Alessandro e della sua famiglia, che hanno spiegato il percorso affrontato dal ragazzo prima e dopo il suo 15esimo anno d’età.
Dalla nascita fino ai suoi quattordici anni, Alessandro ha mangiato solo omogenizzati, minestre e pochi altri cibi frullati. Ma la sua particolare alimentazione è legata ad un particolare disturbo selettivo.
Il ragazzo racconta di aver deciso lui di sottoporsi a controlli specifici. Il suo particolare stile di alimentazione infatti lo limitava anche anche nella vita sociale. Niente feste con gli amici, giornate al mare o scampagnate, perché Alessandro mangiava solo omogenizzati e non poteva adattarsi al cibo mangiato dai suoi coetanei. Il quindicenne rivela:
“Ho mangiato omogeneizzati e pastine fino all’età di quattordici anni. Non lo so nemmeno io perché non masticavo. Di sicuro avevo un blocco. Ho pensato che avevo un problema e che dovevo risolverlo“.
I medici che lo hanno visitato hanno diagnosticato nel ragazzo un disturbo selettivo chiamato Arfid; si caratterizza da una specie di paura del cibo. Comporta l’esigenza di mangiare solo certi alimenti, di un determinato numero, colore, consistenza, o non associati e non mischiati tra loro. I genitori confessano di averlo portato da diversi specialisti ma ciò non ha cambiato la situazione fino ai quattordici anni di Alessandro, quando lui stesso ha deciso di farsi ricoverare, perché non accettava più di essere “diverso” dai suoi amici. La dietista Ingrid Palazzetti che si è occupata del ragazzo ha spiegato:
“Riusciva a soddisfare il senso della fame ma non quello del gusto, quindi abbiamo dovuto svezzarlo, rieducarlo gradualmente e insegnargli a usare forchetta e coltello. Non avendo mai masticato, quando ha iniziato a farlo i suoi denti gli hanno fatto molto male“.
Dopo un periodo di permanenza in ospedale, il ragazzo che mangiava solo omogeneizzati, potrà iniziare ad avere (con un po’ di pazienza) un’alimentazione più regolare.
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