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Roma, intervento unico al mondo: doppio trapianto di fegato da un solo donatore

Operazione senza precedenti per i chirurghi dell’ospedale Bambino Gesù di Roma. L’équipe medica ha effettuato un doppio trapianto di fegato da un unico donatore straniero. L’intervento è il primo caso al mondo riportato nella letteratura scientifica.

L’operazione è stata possibile combinando l’uso di un particolare macchinario – la macchina di perfusione epatica -, con una tecnica che permette di dividere un fegato in due parti. I chirurghi del Bambin Gesù hanno poi descritto l’intervento sulla rivista scientifica statunitense Liver TransplantationLa macchina di perfusione extracorporea, spiega il comunicato dell’ospedale, la si utilizza frequentemente nel trapianto di organi interi. Come fegato, rene, polmoni e cuore, in pazienti adulti.

Invece di immergere l’organo nella soluzione di conservazione e ghiaccio, i chirurghi romani hanno adoperato un’altra tecnica. Lo hanno collegato alla macchina che fa circolare al suo interno la soluzione di conservazione fredda. Alla quale si aggiunge l’ossigeno (perfusione ipotermica) oppure il sangue ossigenato (perfusione normotermica). Questa tecnica consente di prolungare i tempi di ischemia. Ossia l’intervallo durante il quale l’organo rimane al di fuori dell’organismo.

“I chirurghi del Bambino Gesù – spiega la nota – hanno utilizzato la macchina di perfusione per dividere in Ospedale un fegato arrivato da fuori Italia, dove non avrebbero potuto effettuare lo split. E così realizzare due trapianti contemporanei. Senza l’apporto del macchinario ci sarebbero stati maggiori rischi di malfunzionamento degli organi trapiantati. In uno dei due riceventi si è trapiantato il fegato dopo 16 ore di conservazione. Normalmente il tempo massimo è di 8-10 ore”.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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