Ragazzi mammoni sempre a casa, la Cassazione stabilisce: “Devono lavorare”

Finiti gli studi un figlio ha il dovere di trovare un’occupazione e rendersi autonomo. Lo sostiene in una storica sentenza la Corte di Cassazione. In pratica, dicono gli “ermellini”, un giovane, conclusi gli studi di scuola superiore o quelli all’Università, deve trovarsi un lavoro. Senza coltivare velleità incompatibili con la realtà.

L’assegno di mantenimento – spiega la Corte – ha una funzione educativa e non è un’assicurazione. Con la sentenza 17183, i giudici affermano l’obbligo del figlio di attivarsi per cercare un lavoro qualunque per rendersi autonomo, in attesa di un impiego più aderente alle sue aspirazioni. Perché non può pretendere “che a qualsiasi lavoro si adatti soltanto, in vece sua, il genitore”.

La Suprema corte chiede di passare dal principio del “diritto ad ogni possibile diritto” al concetto di dovere. Dall’assistenzialismo all’autoresponsabilità, come impone l’evoluzione della nostra società. Viene così respinto, spiega Patrizia Maciocchi sul Sole24Ore, il ricorso di una madre che contestava la scelta della Corte d’appello di revocare l’assegno, versato dall’ex marito, in favore del figlio, un trentenne professore di musica precario, e di revocare anche l’assegnazione della casa coniugale.

I giudici territoriali facevano notare che ormai in ogni paese del mondo si dà per presunta, salvo l’esistenza di deficit, l’indipendenza economica a 30 anni, meno che in Italia. Né la mancanza di un lavoro, in alcuni momenti storici, può equivalere all’impossibilità di mantenersi da soli. La disoccupazione può riguardare, infatti, anche persone più avanti con l’età. Come era avvenuto all’ex marito della ricorrente che, a sessanta anni, chiuso il negozio di ferramenta, era tornato a vivere dall’anziana madre. Senza che, per questo, ci sia, a suo, favore un obbligo di mantenimento da parte della genitrice: altrimenti si parlerebbe di copertura assicurativa.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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