Intervistare Beppe Convertini è come aprire un un album di ricordi e riscoprire che prima della nostra ormai frenetica vita, c’era un tempo in cui tutto aveva un inizio. Una storia, dei profumi e sapori, che avrebbero prima o poi costruito le basi per la nostra vita. Ama parlare di tutto, così come informare e raccontare al proprio pubblico storie autentiche di personaggi più o meno noti, magari over 60. Beppe lo chiama “il terzo tempo della vita”, ed è negli studi Rai che il noto conduttore televisivo, insieme alla collega Anna Falchi, ne raccontano i dettagli.
Nel giro di poco tempo, Beppe Convertini che ha una lunga carriera come attore, presentatore e attore, ha conquistato due grandi successi su Rai Uno. Durante la scorsa estate al timone di ‘La vita in diretta Estate’ e poi con ‘Linea Verde’. Attualmente, il noto conduttore insieme ad Anna Falchi sta presentando nella medesima rete ‘C’è tempo per…’ un programma dedicato alle donne e agli uomini che vivono la loro terza età. Ed ecco infatti che durante la piacevole chiacchierata, Beppe Convertini ci racconta il suo momento, viaggiando tra passato, presente e futuro.
In una trasmissione come “C’è tempo per…” si entra quasi in punta di piedi nelle vite delle donne e degli uomini che hanno superato la soglia dei sessant’anni. E con altrettanta delicatezza lo si racconta al pubblico. Ma qual è, se esiste, l’approccio più giusto nel raccontare un’età così ricca di vissuto?
Raccontiamo le storie di italiani e italiane del terzo tempo della vita. Di persone note e non; raccontando di quanto siano preziose le nonne e i nonni d’Italia, perché portatori sani di un bagaglio di valori, di cultura, di amore e di affetto. Sono gli ideali baby sitter per i nipoti, ma sono anche la base economica di gran parte delle famiglie italiane: prima, durante e dopo l’emergenza da Coronavirus; dopo appunto il lockdown. Dunque in sostanza, i nonni e le nonne devono essere celebrati.
Il terzo tempo della vita è il tempo dove si può fare tutto e dove i sogni possono essere ancora realizzati. Durante la trasmissione parliamo di storie di nonni e nonne che si laureano durante il loro terzo tempo della vita. Fanno sport, viaggiano. Si dedicano ad un nuovo lavoro. Si innamorano. Donano il loro tempo alla solidarietà. Non a caso, gran parte dei volontari della Croce Rossa, della Protezione Civile ma anche di tutte le altre onlus, sono appunto rappresentate dal terzo tempo della vita. Sono persone che hanno combattuto, superato grandi difficoltà, per far sì che i figli e i nipoti potessero avere una vita migliore.
Consideriamo che molti di loro hanno affrontato le guerre e la miseria. Ed è anche per questo che debbono essere amati e rispettati. Sono da celebrare, anche dopo un’emergenza che ha visto un’intera generazione del terzo tempo della vita, colpita duramente. Questa età rappresenta un tempo incredibile, ci si può dedicare a tutto quello che si sarebbe voluto fare nel resto della vita.
Che impatto ha avuto l’emergenza sanitaria sul terzo tempo della vita? Con quale spirito, secondo te, gli “over 60” stanno affrontando il post lockdown?
Io ho per esempio mia madre che ha 83 anni e non l’ho vista per tanti mesi, perché appunto abbiamo voluto tutelare la sua salute stando lontani. Ma appena hanno riaperto le regioni, da Roma sono andato a Martina Franca pur di vederla e riabbracciarla. Bisogna tutelarli, ma questo riguarda tutti quanti: dai più piccoli ai più grandi, e tenere costante l’attenzione molto alta. E devo dire che siamo stati un popolo eccezionale. Siamo rimasti tutti a casa se non per le emergenze. Ma dobbiamo neanche dimenticarci di ringraziare soprattutto i medici, gli operatori sanitari ed infermieri, ai quali per alcuni è costata la propria vita, rischiando.
“C’è tempo per…” è stato in un certo senso anche testimone di questo delicato periodo storico.
Sì, noi abbiamo parlato molto anche di loro nelle nostre prime puntate, raccontando peraltro storie di grandi uomini e grandi donne che sono tornati per combattere il virus. Nonostante fossero in pensione, medici ed infermieri sono ritornati in prima linea; ed è eccezionale quello che hanno fatto. Ecco, loro sono dei veri eroi… grandissimi eroi!
I nonni sono molto preziosi: che rapporto avevi con i tuoi?
I nonni Martina e Giuseppe erano contadini, e purtroppo li ho persi molto presto, da bambino, come anche le nonne che si chiamavano entrambe Maria. Ricordo che con i nonni facevamo la vendemmia insieme: pulivamo l’uva, la pigiavamo con i piedi. Con loro mi dilettavo a fare le conserve, e ho un ricordo di pura semplicità. Quello per esempio di girare la manovella per fare la salsa. Con la nonna facevamo addirittura il sugo, che cuoceva sulla legna ardente, ed io che giravo il mestolo, ore ed ore. Ma come anche i ricordi dei pranzi e delle cene sotto il pergolato di viti, ai trulli in Valle d’Itria e a Martina Franca. E lì, in quei posti, ci raccontavano storie, aneddoti della loro vita.
Insomma, i nonni sono preziosi e bisogna ricordarsi di dire: “ti voglio bene” , perché non sono eterni e bisogna goderseli assolutamente! Io ho un esempio di nonna e bisnonna che è mia madre. Lei ha quattro nipoti e tre bisnipoti ed è straordinaria, perché ha saputo esser madre e padre quando è venuto a mancare papà. Io avevo solo 17 anni e Anna, la più piccola delle sorelle, 12. Mamma era molto giovane, aveva 53 anni, ed è stata una grande madre. Così come oggi, nella stessa misura, è anche una grande nonna.
Dal lunedì al venerdì, ogni giorno su Rai 1 dalle 10:00 alle 11:30, al tuo fianco c’è una ben nota donna dello spettacolo: Anna Falchi. Il pubblico ha immediatamente amato il vostro feeling…
Anna è una donna molto intelligente. Ironica ed autoironica, nonché una leonessa e portatrice sana di allegria. È una persona che stimo e amo molto, e quindi è davvero bello trascorrere con lei questo tempo, nel lavoro ma anche dopo. C’è una grande sintonia!
Un’altra tua trasmissione di successo è “Linea Verde”. Il viaggio che percorre la tradizione italiana e del mondo sotto l’aspetto dell’agricoltura. Voi avete raccontato in diretta come l’emergenza Covid stava cambiando le sorti dell’agricoltura.
Durante l’emergenza sanitaria, con ‘Linea Verde’ abbiamo raccontato quelle che erano le difficoltà degli agricoltori, degli allevatori e degli artigiani italiani. Non abbiamo dimenticato l’importanza di grandi uomini e delle grandi donne che fanno sì che la nostra agricoltura, l’allevamento e l’artigianato, siano amati in tutto il mondo. Questi tre settori rientrano nell’economia italiana e raccontando l’attualità del momento storico, loro ci spiegavano quali erano le difficoltà.
Una forte testimonianza è stata data dagli agricoltori. Poiché a causa dell’emergenza, gran parte del raccolto è andato perso proprio per l’assenza della manodopera. E noi documentavamo la situazione degli orti urbani: a Roma, come in gran parte delle città, “il terzo tempo della vita” possiede degli orti, ottenuti bonificando delle zone che erano ormai lasciate andare, quasi delle discariche pubbliche. Con questo voglio ricordare di andare in vacanza in Italia. Perché è il posto più bello al mondo e perché dobbiamo sollevare il settore turistico italiano.
Hai fatto tante cose: dal teatro al cinema, dalla fiction alla conduzione. Ma nella rosa dei tuoi personaggi interpretati, quale pensi che ancora manchi?
Sono molto contento delle mie esperienze lavorative. Sicuramente mi piacerebbe interpretare, per il teatro o per il cinema, un personaggio in costume di un’altra epoca. In questo momento sono comunque molto contento di lavorare nel programma Rai, trasmissione che mi permette di raccontare delle storie bellissime appartenenti al terzo tempo della vita.
Ma chi sarà Beppe Convertini nel terzo tempo della sua vita?
Sicuramente vorrei tornare a casa, in Puglia a Martina Franca tra i trulli, con la mia famiglia. Avere i cani, i gatti. Dedicarmi al mio orto e alle letture. Stare con le persone che amo.
Cosa ci dici invece sui nuovi progetti che verranno realizzati in futuro?
Sicuramente continuerò con C’è tempo per… fino a Settembre. Devo ringraziare di cuore tutta la squadra di Rai 1 che si occupa del programma, come anche la squadra di ‘Linea Verde’. E citando proprio ‘Linea Verde’, ci tengo a ricordare una cosa. Durante il lockdown era scomparso l’inquinamento di tutto il mondo. Ricordiamoci di rispettare l’ambiente, perché dobbiamo lasciare ai nostri figli e nipoti un mondo migliore di quello che abbiamo ricevuto.