Amanda Lear: “Odio la disco music, per cantarla mi obbligavano a fumare”
Amanda Lear ha vuotato il sacco e, senza peli sulla lingua, ha raccontato alcuni retroscena sulla sua carriera. Lo ha fatto nel corso di un’interessante intervista rilasciata a La Stampa, il cui obiettivo primario era quello di parlare del suo nuovo disco. E che si è rivelata l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Oltre all’album, su cui attualmente la star della disco-music sta lavorando, è stata anche protagonista di un lavoro cinematografico. Si tratta di Si muore solo da vivi, un film di Alberto Rizzi distribuito da Fandango. La pellicola è disponibile on-demand, su numerose piattaforme, e nei cinema.
Il rapporto con la disco-music
Oltre a parlare del suo futuro, Amanda Lear ha raccontato qualche aneddoto del suo passato. Uno, in particolare, legato a ciò che l’ha resa famosa a livello internazionale: la musica disco. «A me non piace, non mi è mai piaciuta. Lo so, ancora oggi la fanno tutti, ma per me è finita», ha raccontato. «Preferisco canzoni d’amore, melodiche. Voglio far sognare, piangere, innamorare», ha poi aggiunto, svelando in parte in cosa la sentiremo. Una rivelazione inaspettata per una celebrità che, di quel genere che nel corso dell’intervista ha tanto criticato, ha in qualche modo scritto la storia.
Le parole di Amanda Lear
Amanda Lear ha quindi spiegato perché ha deciso di dedicarsi alla musica da discoteca, se effettivamente – come ha dichiarato – non le è mai piaciuta. «Quarant’anni fa il mio produttore tedesco mi diceva: canta alla Marlene, devi essere la Dietrich della disco-music», ha raccontato ancora la donna nel corso dell’intervista. In effetti il suo timbro inconfondibile le ha assicurato il successo. «Mi spingeva verso una voce artificiale, sempre più bassa, che ha fatto il mio successo. Per cantare mi faceva fumare e si registrava alle quattro di notte e lui era contento. Oggi è diverso», ha poi aggiunto la star.