Erano in vacanza a Roma. Ma si ritrovarono in un incubo: ricoverati per 49 giorni. Furono loro, due coniugi cinesi, i primissimi casi di coronavirus in Italia. La coppia fu soccorsa il 29 gennaio 2020 in un albergo al centro di Roma dove alloggiava. Ora che sono tornati nella loro Wuhan, non hanno dimenticato i medici dell’Istituto nazionale per le malattie infettive “Lazzaro Spallanzani”. I quali – come essi stessi hanno dichiarato – hanno salvato loro la vita.
Una donazione per dire grazie
Il 20 aprile scorso, giorno delle dimissioni, a seguito della riabilitazione di un mese all’ospedale San Filippo Neri di Roma, la coppia volle ringraziare tutti. E lo fece con una lettera nella quale scrivevano: “Grazie Italia, ci avete salvato“. Adesso la sorpresa. Dalla coppia, lui ingegnere biochimico e lei umanista, di 66 e 65 anni, è arrivata una donazione di 40 mila euro all’ospedale Spallanzani. Per l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, “la scelta di fare una donazione a favore dell’Istituto Spallanzani è un atto di grande generosità e di riconoscenza”.
Il proverbio cinese
“C’è un proverbio cinese – ha aggiunto – che recita: ‘Chi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partità’. Ecco il viaggio e la vicenda della coppia di Wuhan curata all’Istituto Spallanzani, che è un’eccellenza del nostro sistema sanitario regionale riconosciuta in tutto il mondo, rimarrà impressa nella loro e nella nostra memoria. Voglio dunque rivolgere loro un ringraziamento e un invito a fare ritorno a Roma“.
“Un premio al nostro lavoro”
E di “generosità che premia il nostro lavoro e rinverdisce in me quel sentimento di grande tenerezza che ho provato quando li abbiamo salutati”, parla il direttore sanitario dello Spallanzani. La notizia della donazione per la ricerca arriva in un altro giorno – il 18 giugno – di dati e numeri confortanti per Roma e il Lazio.
“All’avanguardia nel tracciamento”
È lo stesso assessore D’Amato a far sapere che “i guariti sono 47 nelle ultime 24 ore, raggiungendo un totale complessivo di 6.167, che sono ormai sei volte il numero degli attuali positivi”. Tutto ciò mentre “il Lazio – sottolinea D’Amato – si conferma avere il miglior sistema di contact tracing a livello nazionale. Il numero dei casi per cui sia stata effettuata una regolare indagine epidemiologica con ricerca dei contatti stretti nell’ultima rilevazione settimanale del Ministero della Salute è pari al 100%”.