
Non ci sono diamanti o dichiarazioni strappa lacrime che riescano a metter da parte qualsiasi tipo di imprevisto quando ci si trova ad un passo dal fatidico “sì”. Siamo nel XXI secolo e la stragrande maggioranza delle generazioni femminili, è pienamente consapevole che, il lieto fine non sempre è trascritto nella propria storia d’amore. Forse è bene utilizzare tutte le proprie energie su se stesse; soprattutto dopo aver letto questa storia dall’epilogo incredibile.
Il promesso sposo, dopo aver coltivato per anni la sua storia d’amore insieme alla donna che sarebbe diventata un giorno sua moglie, fa marcia indietro poco prima di presentarsi all’altare. Lo sposo aveva più volte giustificato il motivo del suo ripensamento dinnanzi alla Corte di cassazione, cercando in a tutti costi di non risarcire i danni recati alla donna rifiutata. Se ben la scelta del matrimonio è libera di esser rivalutata e ponderata anche durante i preparativi, ciò non toglie alcune responsabilità. Se la rottura della promessa non ha un motivo valido e giustificato da fatti reali, ciò comporterà l’obbligo di rimborso.
I dubbi
Lo sposo, ovvero il “fuggitivo” aveva provato a giustificare il ripensamento, prima colpevolizzando l’opposizione dei genitori contrari alle nozze; poi i dubbi suoi sentimenti della ragazza. Le ipotesi si sono rivelate insensate dopo la tempestiva testimonianza dei testimoni. Quest’ultimi avevano informato i giudici della Corte di cassazione che la decisione dell’uomo di non sposarsi più è avvenuta solo sei giorni prima. Una decisione che comporta il netto risarcimento del costo del vestito della sposa di 3.000 euro e piccole altre spese.
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