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Paolo Bonolis e Mediaset, il retroscena: “Ci siamo presi a cazzotti”

Paolo Bonolis e Mediaset, una delle “storie d’amore” più chiacchierate di questa lunga quarantena da Coronavirus. Tante, infatti, sono state le indiscrezioni che si sono susseguite, nel corso delle ultime settimane, sul futuro del conduttore all’interno dell’azienda televisiva. La pietra dello scandalo è stata, senza ombra di dubbio, la decisione da parte dell’emittente di sospendere Avanti un Altro per via dell’emergenza. Una scelta che è stata mal digerita non solo dai fan, ma dallo stesso Bonolis, che ha più volte spiegato che le puntate erano già state registrate e che trasmetterle avrebbe donato ai telespettatori un importante motivo di svago.

Paolo Bonolis e Mediaset, il retroscena

Sono stati in molti, quindi, a parlare di una rottura definitiva tra Paolo Bonolis e Mediaset. Una situazione che, nel corso di una lunga intervista rilasciata a Fanpage.it, il conduttore ha deciso di chiarire. Spiegando in che rapporti si trova oggi con la rete televisiva. «Non ho mai avuto problemi a dire all’azienda con cui lavoro quando non ero d’accordo con le scelte fatte. È una cosa normalissima tra persone che si amano. Con Mediaset si discute, a volte sono d’accordo e altre no, talvolta sono carezze, in altri casi cazzotti. Ho avuto con loro scontri come li ho avuti quando ero in Rai. Io non sono un aziendalista a prescindere, devo rendere conto a un contratto, ma anche a me stesso, contratto firmato 59 anni fa», ha raccontato.

I social network

Tutto nella norma, quindi, tra Paolo Bonolis e Mediaset. Nel frattempo, mentre la rete televisiva continua a mandare in onda vecchie puntate di Ciao Darwin, il conduttore sembra aver trovato una valvola di sfogo sui social network. Una dimensione nella quale – ha ammesso – si trova però un po’ a disagio. «Io lavoro nella comunicazione televisiva, che al momento è impossibile, quindi faccio di necessità virtù», ha spiegato. «Non credo di essere adatto alla comunicazione in questo territorio. Posso farlo, come tutti, ma è un territorio che per la mia predisposizione alla narrazione è forse troppo limitato», ha poi aggiunto.

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