Al Bano si è lasciato andare ad un lungo sfogo per la dura situazione che sta avvolgendo noi tutti e l’Italia intera:
Ho la voglia di ammazzare questo maledetto Coronavirus. È un brutto periodo, purtroppo è un periodo di eroi, persone che mettono a rischio la loro vita e la loro esistenza per salvare la vita di altri. Sono andato al policlinico di Bari, nell’hotel dove medici e infermieri sono in quarantena, anche se nella mia famiglia tutti erano per non farlo. Il cuore mi ha portato in questa direzione, è stato bello, cantavo dietro alle finestre, loro vedevano me ma io non vedevo l’oro. Io cantavo e loro rispondevano alle mie battute. È stato veramente interessante, toccante.
Al Bano ha anche condiviso il dolore del lutto per un suo carissimo amico, morto a causa del Coronavirus per un controllo di routine:
Mi ha fatto piangere perdere un amico, detto Mariano. È andato in clinica per vedere come stava la sua prostata, si è beccato questo virus e ci ha lasciato la vita. Eravamo fratelli dal 1964. È stato grazie a lui che ogni canzone diventava un grande successo. Una sera ad Atene c’erano centomila persone a sentirci. Lui dirigeva l’orchestra. E il giorno dopo Romina mi disse che era incinta. Disse e adesso che facciamo? E lui rispose che avremmo dovuto sposarci. Lui era il mio Virgilio.
Al Bano continua a parlare del rapporto con il suo amico Mariano, a cui è impossibile restare indifferenti:
In quel periodo lavoravo in una catena di montaggio, poi è arrivato il periodo della cassa integrazione e i giorni me li spendevo tutti in musica. Il clan Celentano mi fece un contratto perché interessava la mia voce. E Mariano fu di una disponibilità indimenticabile. È sempre rimasto così, umano, gentile. Perderlo è stato un grande dolore. Poi non puoi restare indifferente quando vedi i camion dei militari che trasportavano persone morte aggredite dal morbo. Non puoi restare indifferente.