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Cose da Vip

Coronavirus, come si combatte lo stress da quarantena? Quando “andrà tutto bene” non basta più

“Tieni duro”, “forza e coraggio”, “ce la faremo“; ce lo sentiamo dire di continuo, siamo noi stessi a dirlo spesso ad amici e familiari, ma poi succede qualcosa, arriviamo a un punto in cui non riusciamo più a crederci. Vediamo nero, le pareti sembrano crollarci addosso, non riconosciamo più il nostro riflesso allo specchio. Piangiamo, ci arrabbiamo, accendiamo la tv, poi la spegniamo.

Guardiamo il libro che avremmo sempre voluto leggere e che per mancanza di tempo abbiamo lasciato giacere sullo scaffale; adesso di tempo ce n’è, ma manca la spinta. Fa paura anche solo l’idea di abbandonare la realtà per dedicarsi con serenità alle pagine di un libro. Bramiamo risposte, speriamo sempre che qualcun altro ne abbia più di noi: ma non succede. Allora andiamo in cucina, cerchiamo una ricetta e impastiamo qualcosa. Un’ora se ne va così.

Ci sediamo e iniziamo a pensare a chi è in ospedale, a chi è disteso in un letto e a chi cerca disperatamente di salvare una vita. Fa male, è difficile. Stare fermi non aiuta. Indossiamo le scarpe, andiamo a fare la spesa. C’è fila, le persone accanto a noi hanno un’aria spaventata. Ce l’abbiamo anche noi. Entriamo e osserviamo gli scaffali: manca sempre qualcosa. Come se portassimo sulle nostre spalle il peso del mondo, ci trasciniamo alle casse. La cassiera o il cassiere di turno abbozza un sorriso dietro alla mascherina. Lo percepiamo e vorremmo abbracciarli. Torniamo a casa, laviamo le mani, disinfettiamo le scarpe e riparte la routine. Leggiamo qualche notizia, niente di buono, niente di concreto. Questo virus è un’incognita.

Iniziamo a chiederci come facciano gli altri, come riescano a non perdere il controllo. Pensiamo alla fortuna che abbiamo; siamo vivi, sani e abbiamo un tetto sopra alla testa. Poi ci assale una strana sensazione, ci sentiamo spaesati. Ci accorgiamo improvvisamente di essere egoisti e di non saper farci bastare la fortuna ricevuta. Raccogliamo il telefono e componiamo numeri a caso; vogliamo farci assolvere da chiunque parli all’altro capo, è chiaro. Speriamo con tutte le forza che dica qualcosa di risolutivo e quasi sempre sentiamo: “tieni duro”, “forza e coraggio”, “ce la faremo”.

Quando guardare una serie tv non basta

Allora come si fa? Come possiamo combattere lo stress da quarantena? Stare a casa è fondamentale; perché tutto questo abbia una fine, è necessario attenersi alle regole. Si tratta dell’unico apporto significativo che può dare chi non agisce in prima linea. Ciò che può aiutarci davvero è dedicarci a qualcosa, ma farlo con l’intenzione che presto tutto cambierà.

Gli psicologi concordano sul fatto che sia importante, durante l’auto-isolamento, spendersi per una passione perduta e prendersi cura di se stessi e degli altri. Pensare che sia tutto vano e che le piccole cose che fanno parte della nostra nuova quotidianità siano senza dignità è sbagliato. Che si tratti di attività sportiva o decoupage; parliamo di cibo sano per la mente.

Apprezziamo le piccole cose: una colazione fatta con calma, il sole che brilla attraverso la finestra; il classico bicchiere mezzo pieno. Impariamo a vivere concretamente le emozioni che ci attraversano e cerchiamo di dominarle. Riuscire a controllare se stessi è complesso, ma respirando, imparando a rallentare, ci si può riuscire.

E’ importante anche scandire il tempo delle nostre giornate: per avere una parvenza di normalità, dobbiamo abbandonare il pigiama, darci degli orari e fare progetti per il futuro. Pensare che un domani non ci sia, perché magari ci sembra troppo lontano e sbiadito, annienta il coraggio. Le difficoltà sono tangibili e non possono essere ignorate; ma per combattere, per avere la forza di pretendere la propria normalità, non bisogna lasciarsi andare, mai.

 

 

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