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Cose da Vip

L’allame dell’Oms: “Coronavirus a lungo nell’aria, più mascherine”

Il coronavirus che genera la patologia del Covid-19 viaggia nell’aria molto più di quanto si pensi. Lo dice uno studio del Massachussetts Institute of Technology (Mit). Per questo l’Oms cambia rotta sul tema.

L’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ha reso noto, in particolare, che potrebbe rivedere le sue raccomandazioni sull’uso delle mascherine. Secondo i risultati di un nuovo studio dell’Mit, le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono “viaggiare” molto nell’aria. Ben più del fatidico metro di “sicurezza” finora raccomandato alle persone.

L’infettivologo David Heymann, presidente di un gruppo di consulenti dell’Oms, valuterà se – per rallentare la diffusione del virus – sia necessario che un maggior numero di persone indossino le mascherine obbligatoriamente. In particolare Heymann, che nel 2003 coordinò la risposta dell’organizzazione alla Sars, spiega alla Bbc: “L’Oms sta riaprendo la discussione“. Si sta, cioè, “esaminando le nuove prove per vedere se dovrebbe esserci un cambiamento nel modo in cui consiglia l’uso delle mascherine”.

Attualmente l’Oms raccomanda una distanza minima di almeno un metro da una persona che tossisce o starnutisce e sottolinea che i malati o le persone che mostrano i sintomi della malattia dovrebbero indossare le mascherine. Il nuovo studio indica che le goccioline emesse con un colpo di tosse o uno starnuto possono raggiungere rispettivamente fino a sei e otto metri di distanza.

Tuttavia il nuovo studio precisa che le microparticelle più piccole possono “viaggiare” nell’aria anche per distanze ben più lunghe. Se questi dati verranno confermati, ha commentato Heymann, “è possibile che indossare una mascherina sia altrettanto efficace o più efficace della distanza” interpersonale.

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri

Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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