L’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) è tornata a considerare le misure effettivamente necessarie per evitare il contagio da Coronavirus. Se finora si è parlato solo di rispettare la distanza di 1 metro, adesso nuovi dubbi riaprono la discussione: c’è la possibilità che la tosse possa raggiungere anche i 6-8 metri di distanza?
Per questo David Heymann ha annunciato che l’Oms sta riaprendo, a Ginevra, il dibattito circa il modo migliore di consigliare e utilizzare le mascherine. Le misure di sicurezza potrebbero dunque cambiare?
Un’ulteriore ricerca – spiegata in una lettera del professor Harvey Fineberg indirizzata all’Office of Science and Technology Policy alla Casa Bianca – vaglia la possibilità che il coronavirus riesca a diffondersi anche tramite bioaerosol, vale a dire che verrebbe generato direttamente dall’espirazione dei pazienti: “Questa lettera risponde alla vostra domanda relativa alla possibilità che il coronavirus possa essere diffuso attraverso la conversazione, oltre che attraverso droplet prodotte da starnuti e tosse. La ricerca attualmente disponibile sostiene la possibilità che il coronavirus possa essere diffuso tramite bioaerosol generato direttamente dall’espirazione dei pazienti”.
Intanto la Casa Bianca si prepara a divulgare le linee guida per l’uso delle mascherine, incoraggiandone dunque, in ogni caso, l’utilizzo. Lo stesso vale per Cina e Hong Kong, mentre Susanna Esposito – presidente di Waidid, Associazione mondiale della malattie infettive e dei disordini immunologici – riflette così sui provvedimenti dell’Oms:
“L’Oms non raccomanda le mascherine quando si esce principalmente per una questione di approvvigionamento, ma si tratta di presidi importanti. È stato detto che basta rispettare la distanza di un metro, ma come facciamo ad essere sicuri di rispettarla sempre? E come facciamo con gli asintomatici? La risposta è semplice: dobbiamo indossare le mascherine in strada e al supermercato. E se non lo faremo dopo la riapertura saremo degli irresponsabili”.
