Cristina+Parodi+crolla+in+diretta%3A+%26%238220%3B%C3%88+la+cosa+pi%C3%B9+dolorosa%26%238221%3B
velvetgossipit
/2020/03/23/cristina-parodi-crolla-in-diretta-e-la-cosa-piu-dolorosa/amp/

Cristina Parodi crolla in diretta: “È la cosa più dolorosa”

La commozione ha avuto la meglio su Cristina Parodi. La giornalista è apparsa nell’ultima puntata di Non è l’Arena, andata in onda su La7 domenica 22 marzo, per dare testimonianza di quanto sta accadendo a causa del Coronavirus. Nello specifico, la donna si è collegata da Bergamo, la città italiana che, tragicamente, è stata maggiormente colpita dalla pandemia. La Parodi, pur essendo originaria di Alessandria, risiede nella provincia lombarda da diverso tempo. Suo marito, infatti, è Giorgio Gori, sindaco della città dal 10 giugno 2014, a capo di una coalizione di centro-sinistra.

La commozione in diretta

Cristina Parodi si è collegata dalle mura di Bergamo in diretta con Massimo Giletti, conduttore di Non è l’Arena. La donna ha raccontato che nella città, diversamente da quanto accade nel resto d’Italia, non ci si affaccia alle finestre per cantare tutti insieme. Qui, ha spiegato, «si piange in silenzio per non disturbare». Non è mancata la commozione, che ha accompagnato la donna per tutto il corso del collegamento. «Questa è l’immagine più dolorosa. C’è urgenza di alcune cose fondamentali: da una parte, delle strumentazioni mediche, e poi tutti i dispositivi di sicurezza dei medici, perché i medici e gli operatori sanitari si ammalano».

Il racconto di Cristina Parodi

Cristina Parodi ha quindi parlato di come Bergamo e i bergamaschi stanno vivendo questa tragedia dovuta al Coronavirus. «La città è spettrale, tutti qui conoscono qualcuno che è morto. È un qualcosa di inimmaginabile. Una situazione surreale, viviamo tra dolore e speranza. I bergamaschi sono chiusi in casa. Il centro, la città alta sono completamente vuoti: fa impressione vederla così. La gente qui non si è messa a cantare sui balconi, qui c’è un atteggiamento diverso: più pudore e vergogna, quasi. Spero che la bellezza di questa città possa essere animata dalle persone. Per ora siamo tutti fermi immobili: invito tutti a stare a casa».

Exit mobile version