Scimmie in piazza impazzite: arrivano a centinaia in cerca di cibo
Il Coronavirus sta restituendo moltissimi spazi alla natura, nella reclusione umana del momento. Delfini al porto di Cagliari, anatre che sguazzano nella Fontana di Trevi, i canali di Venezia limpidi e puliti. Sicuramente non tutto il male vien per nuocere, ma ci sono parti della natura che non hanno giovato della situazione. È il caso di Lopburi, in Thailandia, tra i resti di due templi dell’epoca kmher cambogiana. Qui centinaia di scimmie sono ormai rimaste senza turismo, esattamente come la popolazione, ma per loro la situazione è più complicata. Abituate a non procacciarsi cibo, ma a vivere delle banane regalate dai visitatori, le scimmie hanno dato vita ad una vera e propria guerra.
Centinaia di scimmie divise in gang ora che i turisti se ne sono andati
Folti gruppi di primati si sono divisi in quelle che sembrano vere e proprie gang, combattendo fra di loro violentemente per la mancanza di cibo. Sarebbero i cinesi, antichi veneratori dell’intelligenza scimmiesca, i maggiori visitatori del luogo sconsacrato. Il rito di dare cibo alle scimmie ha preso dimensioni incontrollabili, e gli animali si sono moltiplicati a dismisura. Chiaramente con la chiusura delle frontiere e la reclusione forzata in casa, i turisti hanno smesso di portare le loro offerte alle scimmie, provocando una carestia mai conosciuta dagli animali.
La cittadina è divenuta il simbolo di queste scimmie, che hanno il loro quartier generale nel tempio di Prang Sam Yod. Addirittura è stata dedicata loro una festa dal 1989 che torna ogni novembre, dove ai primati viene donato cibo in grandi quantità e varietà. Difficile sapere se la festa si ripeterà quest’anno, ma la preoccupazione per gli animali è attuale e non a lungo termine.