Infrange la quarantena, denunciato: andava a caccia di Pokémon
Uscire solo per necessità primarie: fare la spesa, comprare le medicine, portare a spasso il cane. C’è chi non ha ben capito le restrizioni ferree del decreto da quando l’Italia è diventata zona rossa, mettendo a rischio sé stessi e gli altri. Chi esce per fare scampagnate, chi addirittura per incontrare i propri amici. Ci sono motivazioni, però, che oltre ad essere assurde fanno anche sorridere. È il caso di un ragazzo fermato a San Fermo, in provincia di Como, che sarebbe stato fermato fuori casa per non aver rispettato le norme del decreto. Quando i Carabinieri gli hanno chiesto la motivazione per la quale sarebbe uscito di casa, infatti, il ragazzo di trentun’anni, avrebbe risposto che stava andando a caccia di Pokémon.
Denunciato trentunenne perché a caccia di Pokémon
Ovviamente si riferiva alla popolare applicazione di Pokémon Go, gioco nel quale, camminando per strada, si possono incontrare e catturare numerosi mostri tascabili. La Niantic organizza anche dei “raid” attraverso i quali, riunendosi, si possono catturare dei Pokémon rari. Chiaramente questo è il momento peggiore per creare assembramenti e si spera gli incontri vengano interrotti al più presto per evitare tentazioni nei giocatori. L’azienda ha però facilitato la cattura dei mostriciattoli vista la situazione del Coronavirus. Alcune modifiche temporanee renderanno più facile per i giocatori la cattura dei Pokémon rimanendo in casa. I giocatori saranno in grado di acquistare un pacchetto unico di 30 incensi (che attira i Pokémon), che dureranno ora un’ora anziché 30 minuti. Anche le distanze di schiusa delle uova sono dimezzate e più Pokémon inizieranno a comparire senza percorrere troppi metri.