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Coronavirus, Mara Venier ha paura: “Mio marito è a rischio!”

Mara Venier ha paura del Coronavirus e delle conseguenze che potrebbe avere sulle nostre vite. La donna, proprio per questo motivo, ha deciso di rilasciare un’intervista al settimanale Oggi in cui ha raccontato come sta vivendo questi giorni così strani, imprevisti e dolorosi. L’incertezza del presente e, soprattutto, del futuro, ha destabilizzato la conduttrice di Domenica In. La Venier ha detto di essere particolarmente preoccupata per sé, per i suoi cari e per tutti gli italiani. In particolar modo, il pensiero della donna è andato a suo marito, Nicola Carraro. L’uomo, infatti, è uno dei soggetti più a rischio in questa situazione di emergenza.

Nicola Carraro rischia per il Coronavirus

Nicola Carraro, marito di Mara Venier, ha infatti sofferto in passato di alcuni problemi polmonari. Una circostanza che lo rende particolarmente vulnerabile di fronte al Coronavirus. «È un soggetto a rischio. Qualche giorno fa è tornato da Santo Domingo e da allora sta chiuso in casa, non voglio che si muova», ha raccontato la donna nel corso dell’intervista rilasciata al settimanale Chi. L’uomo rischierebbe complicazioni più serie, se il virus lo colpisse. Per questo motivo è chiuso in casa, riducendo al minimo i contatti con gli altri esseri umani. Quello che, in qualche modo, dovremmo fare tutti.

L’appello di Mara Venier

Per questo Mara Venier, ha approfittato dell’intervista rilasciata a Chi anche per lanciare un appello ai giovani. I ragazzi, infatti, sono i meno colpiti da complicazioni da Coronavirus e, per questo motivo, alcuni di loro tendono a non seguire pedissequamente le direttive del Governo. «Voglio fare anch’io un appello ai nostri ragazzi belli e pieni di vita, lo dico ogni giorno anche a mio nipote Giulio che ha 17 anni: abbiate coscienza, fermatevi anche voi, per qualche settimana piantatela di uscire, di far festa. Fate un sacrificio, sarà un mese senza drink? E pazienza, è una piccola cosa ma vale la vita dei vostri genitori, dei vostri nonni».

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