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Cose da Vip

Don Matteo 12, Terence Hill svela perché non vuole usare la parola “peccato”

In onda tutte le sere su Rai 1, l’Eredità è il game show che mette alla prova i concorrenti con le domande più disparate. Durante l’ultima puntata, i concorrenti hanno dovuto rispondere ad una domanda riguardante l’amatissima serie Don Matteo, scoprendo così anche un particolare davvero interessante. Ecco quale.

Don Matteo 12, Terence Hill svela perché non vuole usare la parola “peccato”

Nell’omonima serie tv, per volere di Terence Hill, Don Matteo evita sempre di fare cosa?”. Questa la domanda posta da Flavio Insinna durante il Triello dell’Eredità. Tre le possibili risposte: “Volare in elicottero”, “Mangiare fagioli” “Dire la parola peccato”. Per il concorrente la risposta esatta era la seconda, ma purtroppo il conduttore ha rivelato che quella corretta era la terza, “Pronunciare la parola peccato”.

Insinna, che ha recitato dalla prima alla quinta stagione di Don Matteo, ha poi spiegato il perché Terence Hill evita di pronunciare la parola in questione:

Per rispetto verso le persone che seguono Don Matteo, verso le loro storie, in questa serie che compie vent’anni, Terence Hill non ha mai voluto pronunciare la parola “peccato”, sostituendola con “sbaglio” – aggiungendo inoltre – Ha preferito usare un termine più leggero per trasmettere serenità ha sottolineato subito dopo.

Terence Hill: “Il peccato è una cosa con cui dobbiamo fare i conti”

La domanda fa riferimento ad una precedente intervista di Terence Hill, che, a Tv Sorrisi e Canzoni ha dichiarato:

“Quando c’era nel copione, l’ho sostituita con ‘errore’ o ‘sbaglio’. Il peccato è una cosa con cui tutti noi cattolici dobbiamo fare i conti, ma è una parola che rischia di mettere ansia. Mentre il compito di don Matteo è portare serenità”.

A gennaio la serie ha compito 20 anni e per l’occasione, il protagonista ha svelato qualche particolare inedito:

Innanzitutto il titolo, che da “Il diavolo e l’acquasanta” diventò “Don Matteo”. Poi il nome del protagonista, che inizialmente si chiamava Don Teodoro. E, infine, il mezzo di trasporto. Enrico Oldoini, che ha ideato la serie, lo aveva immaginato a bordo di una moto, io invece ho preferito la bicicletta perché è più ecologica e dà più movimento alle scene. La bici ormai è diventata un simbolo di Don Matteo: basta appoggiarla al muro di una casa e tutti pensano che lì ci sia lui”. 

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