A volte basta davvero poco per perdere la fiducia in se stessi e azzerare tutta quella sicurezza che negli anni si ha coltivato. E quando capita bisogna aspettare che qualcosa succeda per dire “basta!”; ed è capitato proprio ad una delle attrici più note sul panorama cinematografico. Lei è Kasia Smutniak e per la prima volta ne parla in una sincera intervista rilasciata al settimanale ‘Vanity Fair’.
Non è affatto semplice veder cambiare il proprio corpo e se ciò è qualcosa di incontrollabile, nettamente fuori dal controllo, l’accettazione diventa ancor più difficile. Kasia, nel proprio bagaglio di vita ne ha tante da raccontare, di sfide e accettazioni. Come gli ultimi sette anni da quando si è ammalata di vitiligine. Il periodo delicato e faticoso, ha in un primo momento destabilizzato la sua quotidianità, scandita da momenti di vita privata e professionale.
Affidarsi a santoni
Nell’intervista rilasciata al settimanale ‘Vanity Fair’, Kasia Smutniak ha parlato per la prima volta della sua malattia ammettendo che di aver provato più volte di guarire, tanto da esser finita un giorno nelle mani dei cosiddetti santoni.
«Per guarire ho provato di tutto: prima sono andata dai medici e poi sono finita dai santoni di ogni genere. Da quello che aveva più vitiligine di me a quello che, invece di chiedermi come stavo, mi ha messo in mano il dvd di ‘Perfetti sconosciuti’ da autografare.»
Le confessioni dell’attrice non hanno svelato soltanto piccoli dettagli, ma il racconto ha toccato punti molto più profondi, situazioni che involontariamente hanno portato Kasia a convinzioni distorte, del suo corpo e di come la vedevano gli altri. Ma c’è un particolare momento in cui l’attrice ha capito che aveva scelto di percorrere una strada sbagliata e fittizia.
«È stato quando mi hanno bruciato delle conchiglie in faccia e poi mi hanno fatto sotterrare del pelo di pecora nel giardino di casa».
Ed è stato in quel preciso istante che la mente di Kasia si è finalmente ribellata, portandola a riavere la fiducia in se stessa; quella voglia di riscatto che aveva precedentemente perso. Si è guardata dentro, sussurrandosi quella fatidica parola che riesce a cambiare le carte in tavola.
«Mi sono detta ‘adesso basta!’. […] Ho 40 anni, ho fatto molta strada, non sono più una ragazza ed è giusto rivendicare il cambiamento. Qualche giornale rispetta la mia scelta, altri mi rispondono: ‘Allora abbiamo un problema’.»
Oggi Kasia Smutniak ha accettato la sua malattia ed è una donna risolta.