Rita Pavone è stata una delle grandi concorrenti di questa edizione di Sanremo, entrata per il rotto della cuffia insieme a Tosca. La concorrente ha portato la canzone Niente, in cui ha parlato della resilienza e della capacità di riprendersi dai dolori:
Ognuno di noi nella propria vita ha momenti in cui sei particolarmente ferito, tutti abbiamo i grande amore che ci ha lasciato o la grande amicizia che si è spezzata, ma in quel momento chiedi aiuto a qualcuno, ma non ti rendi conto che anche loro vivono la stessa cosa.
Uno dei più grandi dolori di Rita Pavone di questi ultimi anni è stata proprio la morte del fratello, per cui ha dovuto chiamare a raccolta tutta la sua forza d’animo per poter lottare contro il nulla che ci avvolge durante un lutto:
Per me è stato un dramma, ho cercato di lottare contro una forma di stanchezza interiore. La musica mi ha tirato fuori del tutto. Ho trovato tante persone che mi vogliono bene e mi sono aggrappata a loro.
Rita Pavone non si aspettava di tornare a Sanremo dopo ben 49 anni di lontananza dal palco dell’Ariston, specialmente con una canzone scritta dal figlio:
È stato bellissimo, sono grata ad Amadeus perché non ha guardato l’età, voci strane, pettegolezzi, gossip, ma ha sentito una voce e un’energia. Non ci pensavo più, è stata una coincidenza. Questa canzone è nata così, mi è piaciuta un sacco. Ho detto ‘Proviamoci, al massimo saranno 49 anni che non vado a Sanremo’. E invece è andata bene.
Riguardo le polemiche su chi la definisce un’artista sovranista, Rita Pavone ha risposto così, incalzato dalla Toffanin a Verissimo:
Spiegatemi cosa significa la parola sovranista? Non so cosa sia, io ho doppio passaporto, vivo in Svizzera da 50 anni, non capisco io che ho delle radici profondamente italiane anche se vivo in un altro paese, amo l’Italia e tutto quello che mi appartiene e io ricordo. Vengo dopo l’immediato dopoguerra, ma amo le mie radici e la parola sovranista qualcuno me lo dovrà spiegare.