Ha trovato in Vittorio Sgarbi un alleato a sorpresa, Checco Zalone. Mentre Tolo Tolo batte ogni record di incasso degli ultimi anni, confermando Medici come unico vero Re Mida di questi anni al botteghino, il comico pugliese combatte sui giornali una difficile battaglia per la legittimazione mediatica. Il film, accompagnato dall’ormai storico videclip “Immigrato“, è finito presto accusato di razzismo, con accuse rivolte più o meno marcatamente all’autore e comico protagonista. Allo stesso modo, in molti hanno avuto da ridire sull’apertura all’accoglienza e all’immigrazione al centro della pellicola. Nonostante ciò, diversi esponenti del mondo dello spettacolo e culturale si sono schierati in difesa di Zalone. Non ultimo, proprio il critico d’arte.
“Zalone è specchio degli italiani, come una volta era Sordi”: Vittorio Sgarbi si schiera con il comico nel dibattito con Ignazio La Russa
Interrogatosi sulla questione assieme a Ignazio La Russa e Mario Giordano nel suo Fuori Dal Coro, Vittorio Sgarbi ha dunque speso parole importanti sul fenomeno Zalone. In particolare, è arrivato a paragonare il comico pugliese ad una figura chiave della storia culturale italiana. “Per me lui è un Alberto Sordi“, spiega il critico. “Il comico degli anni ’50 e ’60 rispondeva ad un mondo che nel frattempo è cambiato. Zalone è specchio di un mondo con tante contaminazioni. Ovviamente parlando di Sordi non dico che Checco gli somigli, ma lo inquadro in una tipologia di attori che gioca con gli italiani e i loro vizi“.
Sulla questione “politica” del film e del suo protagonista, Vittorio Sgarbi sembra disposto a chiudere un occhio. “Una volta Zalone parlava male dei meridionali pur essendone uno“, continua, analizzando il personaggio. “Lui si percepisce come uno che si è riscattato. E’ lecito che La Russa non abbia apprezzato il film. Ma anche lui dovrebbe valutare la qualità delle sue battute, per quando funzionano e quando no“.
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