Morta Kelly Fraser a 26 anni: univa il pop alla lingua Inuit per combattere la colonizzazione
Secondo quanto riportato dall’Associated Press, Kelly Fraser è morta il 26 dicembre. La giovanissima cantante canadese di 26 anni si è spenta il giorno dopo Natale, come ha annunciato l’amico e produttore Thor Simonsen. Quest’ultimo ha tenuto riservate le cause e le circostanze della morte, come voluto dalla famiglia.
Negli Usa e in Canada, la cantante aveva ricevuto la notorietà a seguito di una rivisitazione del famoso brano Diamonds, di Rihanna. Non una cover qualsiasi, ma una rielaborazione in lingua Inuit che nascondeva dietro di sé un grande progetto. Il suo era infatti un tentativo di far conoscere la cultura del popolo Inuit attraverso le proprie canzoni. Nell’impresa fu aiutata anche da Stromae, con una serie di cover sempre in Inuit.
Kelly Fraser e il progetto contro la colonizzazione
Kelly Fraser è cresciuta a Sanikiluaq, insediamento Inuit situato all’interno nella Regione di Qikiqtaaluk del Nunavut, in Canada e ha vissuto a Winnipeg, capitale della Regione del Manitoba. Si fece conoscere dal 2014, con il suo primo album Isuma e poi con Sedna, secondo disco del 2017. Quest’ultimo fu nominato come “Miglior album di musica indigena” ai Juno Music Awards, i premi della musica canadese. La cantante prima di morire stava lavorando al suo nuovo album in cantiere, Decolonize.
Titolo molto importante, dato che nasconde il vero significato delle sue traduzioni nella lingua Inuktitut: il mescolarla all’inglese e l’usarla in grandi successi pop, era un modo di renderla fruibile a più gente possibile. Far breccia anche nel mondo di Internet, per fare conoscere il dramma della colonizzazione e delle ricollocazioni forzate vissute dal proprio popolo.
Il suo esempio e il suo spirito non sono però esistiti invano. L’arte, quando è unita ad uno scopo, non muore mai.