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Chicche di Velvet

Chiama il nome dell’ex durante l’orgasmo? È un buon segno: parla la scienza

Potrebbe scoraggiarvi, ma in realtà è una buona notizia: se al vostro partner dovesse ‘sfuggire’ il nome dell’ex durante il rapporto sessuale, non lasciatelo subito: il motivo potrebbe sorprendervi.

L’intimità di una coppia è costellata da soprannomi giocosi ed erotici. Ogni momento, ogni dettaglio dell’altro può stimolare precise sensazioni e far scattare la chimica. Ed è proprio qui che la scienza ha messo lo zampino: secondo gli specialisti, infatti, pronunciare il nome dell’ex durante un rapporto sessuale non sarebbe affetto un male. 

“Quando ci si trova in uno stato di euforia, vengono evocate cose che ne ricordano altre perché sei in uno stato che hai già vissuto”.

Perché nominare un ex durante un orgasmo?

Un lapsus, dunque, che potrebbe risultare sgradevole al partner attuale e farlo sentire un ‘terzo incomodo’ proprio nel momento di maggiore intimità di coppia. Ma secondo la scienza si tratterebbe comunque di un meccanismo di rievocazione, giocato tutto sulle sensazioni.

Va specificato che l’orgasmo provoca una forte alterazione delle condizioni psicofisiche, arrivando anche a far compiere al cervello dei cosiddetti ‘salti all’indietro’. Il dottor Jim Pfaus spiega chiaramente:

“Quando il vostro partner viene chiamato con il nome del vostro ex, è perché la sensazione che avete provato insieme gli ricorda quella vissuta nella precedente storia”.

Non è un caso che anziché nominare un familiare, un amico o un collega, durante il sesso capiti di nominare proprio un ex. Difficile prenderla con filosofia, ma il nuovo partner dovrebbe quasi sentirsi lusingato e ritenersi ottimista: venire associato ad un ex, soprattutto se importante, è una sorta di dichiarazione:

“Poniamo che questa persona abbia avuto un ex particolarmente importante, che gli/le ha fatto provare sensazioni speciali. Questi brividi sessuali, la qualità dell’orgasmo, i sentimenti di vicinanza erano associati a quella persona e al suo nome”.

In ogni caso di fronte all’errore (più frequente negli uomini che nelle donne) è inutile negare l’evidenza: meglio parlarne e cercare di capire cos’è successo.

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