La vicenda ha appassionato migliaia di spettatori che, dopo aver visto la serie pluripremiata trasmessa in prima visione su Fox Crime e ora tra le più viste di Netflix, vogliono saperne di più.
“E’ stato ucciso come un principe che stramazza nel suo stesso sangue a un passo dai suoi ori, dai suoi broccati, dai suoi vasellami, con la mano tesa verso il cancello mentre il sicario già gli punta alla nuca l’arma che lo ucciderà“. Queste sono le parole con cui la Repubblica da il triste annuncio dell’assassinio del grande e amatissimo stilista.
Sono le 9.06 del 15 luglio del 1997, Gianni Versace a soli 50 anni e con il mondo in pugno, giace sui gradini della sua villa di Miami Beach. E’ tra le braccia del suo compagno Antonio D’Amico, che avrebbe visto l’assassino allontanarsi dalla villa poco dopo aver udito gli spari.
Gli investigatori riconoscono subito il colpevole, descritto come “un giovanotto di pelle chiara, in maglietta bianca, shorts neri e cappelluccio bianco”.
E’ Andrew Cunanan, 28 anni, un gigolò d’alto bordo che con il suo fascino conquistava imprenditori e uomini di successo grazie ai quali poteva vivere una vita nel lusso.
Il mistero
Antonio D’Amico non si è ancora dato pace per la morte del suo amato compagno. Ha più volte ribadito di non credere alla versione ufficiale della morte dello stilista. Ritiene, infatti, che il caso sia stato chiuso troppo velocemente e insinua che dietro l’assassinio non ci sia Cunanan ma un mandante, forse legato alla mafia.
E ancora, Andrew Cunanan venne ritrovato morto suicida 10 giorni dopo il delitto in una casa galleggiante, ad appena due isolati dalla casa di Versace.
Un’uscita di scena alquanto banale per uno scaltro serial killer, che era riuscito a far perdere diverse volte le sue tracce all’FBI.
Ha davvero passato i suoi ultimi giorni in un luogo senza via di fuga, dove non sarebbero stati trovati neppure avanzi di cibo né tracce del colpo della calibro 40 con cui si tolse la vita?