Taylor Swift in lotta contro la sua casa discografica per la proprietà delle sue canzoni; trova un’alleata in politica
La questione dei diritti d’autore è una situazione sempre più spinosa, in cui le creazioni degli artisti sono divisi fra i diritti intellettuali degli stessi e i diritti di sfruttamento economici delle case di produzione o delle case editrici. Lo sa bene Taylor Swift, che ha pagato caro il prezzo di voler cambiare etichetta discografica. La cantante era infatti artista della Big Machine, per poi passare alla Republic (appendice della Universal) negli ultimi anni e con la quale quest’anno ha pubblicato l’album Lover.
Taylor Swift non potrà cantare le sue canzoni agli American Music Awards, dove sarà eletta artista del decennio
Purtroppo, tutti i master originali dei primi sei album della cantante, da Taylor Swift del del 2006 a Reputation del 2017, sono rimasti nelle mani della Big Machine che è stata venduta a Scooter Braun da Scott Borchetta. Il problema sembra essere proprio il nuovo proprietario della casa discografica, che con Swift ha trascorsi tutt’altro che sereni: è accusato infatti dalla cantante di averla bullizzata e manipolata. Braun ha proposto così un accordo alla cantante, che sa più di ricatto: per ogni nuovo album consegnato a loro, sarebbe tornata in possesso di un suo vecchio disco.
Le canzoni di Taylor Swift sono nelle mani di uno dei suoi peggiori nemici: Scotter Braun
C’è però una via alternativa: incidere di nuovo le canzoni; strada che la Swift ha annunciato di voler tentare. Borchetta e Braun, però, stanno ovviamente cercando di impedirglielo; perfino alla serata degli American Music Awards, la Swift riceverà il premio artista del decennio e non potrà cantare le proprie canzoni. Un controsenso illogico. Secondo il contratto una performance televisiva equivale a una ri-registrazione, che potrà avere legalmente luogo solo dopo novembre 2020.
Taylor Swift è impossibilitata anche dall’inserire le proprie tracce nel documentario Netflix che è al momento in produzione. O meglio, potrà essere fatto a patto che rinunci alle ri-registrazioni e alle dichiarazioni pubbliche contro Borchetta e Braun. La cantante ha commentato così il ricatto:
Il messaggio che mi stanno mandando è molto chiaro: fai la brava bambina e taci, o sarai punita.
Peraltro, secondo i rappresentanti di Swift, la Big Machine dovrebbe alla cantante 7,9 milioni di royalties arretrate. Non è questa però la pulsione primaria di Taylor:
Chiedo solo di essere messa nella condizione di suonare la MIA musica.
Swift ha trovato un’alleata potente nella politica Ocasio-Cortez
Il suo grido di aiuto non ha risuonato invano: ha trovato un’alleata potente nella politica Ocasio-Cortez, democratica e rappresentante più giovane del Congresso Americano. L’ingiustizia della questione, in cui gli artisti sono obbligati a rinunciare ai propri “figli”, alle proprie creazioni artistiche, ha attirato anche un esponente così alto che, forse, riuscirà finalmente a cambiare le carte in tavola. Il tweet della Ocasio-Cortez è, infatti, risoluto:
Le pratiche predatorie dei gruppi di private equity danneggiano milioni di americani. Le loro acquisizioni con effetto leva hanno distrutto la vita dei lavoratori al dettaglio in tutto il Paese e hanno causato la perdita di oltre un milione di posti di lavoro. Ora tengono in ostaggio la musica di Taylor Swift. Vanno fermati.