Federica Sciarelli è stata protagonista di una vivace e corposa intervista di fronte ai microfoni de “I Lunatici”, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Nella trasmissione di Rai Radio2 la conduttrice si è lasciata andare a dichiarazioni sincere e perfino intime, raccontando del suo rapporto con il figlio (“A volte mi ha detto che il mio programma mi rende pesante, che quando fa tardi invece di pensare a lui che si diverte penso a lui che ha avuto un problema con il motorino”), fino al più nostalgico ricordo dell’indimenticabile esordio negli studi di “Chi l’ha visto?”.
“Chi l’ha visto”: il ricordo di Federica Sciarelli
Non ha certo dimenticato il suo primo giorno alle redini della storica trasmissione “Chi l’ha visto?”, format lanciato nel 1989 a cui lei, già giornalista di successo, è approdata solo nel 2004. Da quel momento lo scettro della conduzione è sempre rimasto suo di diritto; d’altronde la Sciarelli si è confermata perfettamente in linea con il gusto, il tatto e la fermezza richiesta da un programma complesso come questo.
“Impossibile dimenticarlo. C’era il telefono a quei tempi, squillava il centralino e si sentiva la telefonata in diretta. Io attaccavo sempre al telespettatore, sentii in diretta gridare che non dovevo attaccare la cornetta” ha ricordato la giornalista. “Parlavo a mitraglia, venivo dal telegiornale, gli autori mi dicevano di andare più piano perché nessuno mi capiva. Ma andò benissimo, facemmo un grandissimo risultato, il giorno dopo erano tutti contenti”.
Federica Sciarelli: “Gli uomini? Molti sono pesanti”
Tra le chiacchiere schiette e divertite con cui la Sciarelli ha affrontato l’intervista con Di Ciancio e Arduini, ha colpito molto sentirla raccontare che fare la giornalista non era certo nei suoi piani: “Mai sognato di fare la giornalista, ci sono capitata per caso perché ho fatto un concorso per l’avviamento alla carriera giornalistica in Rai. Ero abbastanza secchiona, ma andavo anche a tutte le manifestazioni. Facevo copiare i miei compagni di classe, ho sempre aiutato allegramente”.
Per questo, forse, la sua opinione sulle quote rosa rimane salda e per certi versi anticonformista: “Si va avanti. Io non sono per le quote rose, devi essere bravo, poi se sei uomo o donna non mi interessa. Parlare di quote mi sembra quasi una diminuzione. Vedo tante donne che non ce la fanno più perché ci sono dei mariti, degli uomini, che mamma mia, fanno fatica anche a portare un fiore o un cioccolatino. Ci sono molti uomini pesanti. Non voglio parlare sempre delle donne in carriera, parliamo anche delle casalinghe, diciamo ai mariti che non si devono arrabbiare se il pranzo non è pronto quando lo vogliono loro”.