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Orto, che passione! Cinque consigli per chi vuole cominciare

In alcune metropoli come Milano, dove non te lo aspetteresti, l’orto è diventato un must da realizzare in terrazza. In tante altre parti d’Italia cresce il numero dei cittadini che desiderano imparare a farlo. Come i nostri nonni. Ma adattato alle condizioni della vita moderna. Semplice realizzarlo? Eh no. Meglio concentrarsi con umiltà, soprattutto se si è completamente a digiuno di vita contadina ed esperienza con la terra. Qualche consiglio utile può servire.

SCEGLIERE BENE IL TERRENO

La condizione base è la terra da coltivare. Non deve essere sassosa né incapace di filtrare acqua (dunque troppo soggetta ad allagamenti). Se non avete a disposizione un lotto, anche piccolo, di terreno, provate a prenderlo in affitto. Sono parecchie le città, anche quelle medio-piccole, che mettono a disposizione i cosiddetti “orti comunali”, assegnati i gestione ai cittadini. L’importante è che il futuro orto non sia eccessivamente lontano da casa. La coltivazione richiede un impegno costante. È bene verificare le condizioni di sviluppo del nostro orto ogni giorno.

OPPURE IL BALCONE…

Attenzione perché non tutti gli orti da balcone sono identici. La posizione rispetto alle fonti di luce è fondamentale, ad esempio. Così come la necessità o meno di fare un orto “rialzato” rispetto al livello del terrazzo, con le piccole coltivazioni poste all’interno di vasi adatti allo scopo. Non sono pochi coloro che, innanzitutto per esigenze di gestione dello spazio, utilizzano la tecnica dell’orto verticale. Si riciclano bottiglie di plastica usate e perforate in modo da rendere atte a ricevere le piantine. Appese alla parete del balcone in serie o a diverse altezze potranno sembrare quasi una scultura d’arte contemporanea!

GLI ATTREZZI INDISPENSABILI

Per fare un orto, a livello di attrezzi non possono mancare almeno tre utensili fondamentali: una vanga, una zappa e un rastrello. Attenzione. Non avere acqua vicino al sito da coltivare equivale a far morire i prodotti del nostro orto prima ancora di vederli nascere. Senza irrigazione d’acqua è tutto inutile. A volte si rende indispensabile studiare un sistema di recupero dell’acqua piovana. L’ideale, naturalmente, sarebbe possedere una fonte nei pressi dell’orto. Questo è un elemento da tenere presente al momento della scelta del terreno da coltivare.

NON ESAGERARE CON GLI ORTAGGI

È bene avviare con serietà ma senza troppe pretese la propria attività di coltivatori. Bisogna intanto prendere confidenza con la semina. Anche per questo motivo meglio non superare le 5 coltivazioni. Cinque prodotti, come pomodoro, lattuga, patata, fagiolini e zucchine. Si tratta degli ortaggi meno complessi da far nascere e portare a buon fine. Sarà un piacere mangiarli in famiglia, anche se magari imperfetti, con l’orgoglio di chi li ha piantati, fatti crescere e colti da solo.

CONCIMAZIONE ECOLOGICA

Molti si arrovellano sul problema della concimazione. C’è chi concimerebbe continuamente, così creando un danno alle piantine, e chi per principio non lo farebbe mai. Meglio adottare un ponderato compromesso. Il concime va dosato sul terreno dell’orto prima di cominciare. In alcuni casi è utile anche nel corso della coltivazione. Per procurarsi un fertilizzante valido è bene fare il compostaggio. Lasciate perdere prodotti professionistici a base di chimica industriale. Non ce n’è un così pressante bisogno: per l’orto di casa basta riutilizzare i rifiuti organici come gli scarti di cucina.

Photo credits: Twitter

Domenico Coviello

Attualità, Politica ed Esteri Professionista dal 2002 è Laureato in Scienze Politiche alla “Cesare Alfieri” di Firenze. Come giornalista è “nato” a fine anni ’90 nella redazione web de La Nazione, Il Giorno e Il Resto del Carlino, guidata da Marco Pratellesi. A Milano ha lavorato due anni all’incubatore del Grupp Cir - De Benedetti all’epoca della new economy. Poi per dieci anni di nuovo a Firenze a City, la free press cartacea del Gruppo Rizzoli. Un passaggio alla Gazzetta dello Sport a Roma, e al desk del Corriere Fiorentino, il dorso toscano del Corriere della Sera, poi di nuovo sul sito di web news FirenzePost. Ha collaborato a Vanity Fair. Infine la scelta di rimettersi a studiare e aggiornarsi grazie al Master in Digital Journalism del Clas, il Centro Alti Studi della Pontificia Università Lateranense di Roma.

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