Raffaella Maria Roberta Pelloni, in arte Raffaella Carrà, è la regina delle regine. Una donna unica, che ha vissuto mille vite, dettato mode (la minigonna, l’ombelico scoperto…) attraversando i decenni senza mai scendere dal trono. È diventata un modello di riferimento per tutte le donne che lavorano nello spettacolo ma nessuna, a dirla tutta, riesce ad eguagliarla.
Raffaella Carrà sembra aver buttato via la chiave del tempo, senza mai buttar via quella della televisione. È conduttrice, showgirl, cantante e forse non tutti lo sanno che nella vita è stata anche attrice (si è trasferita a Roma da Bologna per studiare recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia e il balletto all’Accademia Nazionale della Danza). Tra le mille vite vissute da un’icona dello spettacolo come lei (basti pensare che Madonna in persona ha ripreso i celebri passi del suo Tuca Tuca), quella più intima è legata alla sua sfera familiare. Raffaella, infatti, è stata cresciuta da Iris e Andreina.
Iris e Andreina, le donne che hanno cresciuto Raffaella Carrà
“Io sono cresciuta senza un padre. Era danaroso ma troppo playboy e mia madre si lasciò nel 1945. Oggi, quando si parla delle adozioni a coppie gay ma anche etero, faccio un pensiero: ‘Ma io con chi sono cresciuta?’ Mi rispondo: con due donne, mia madre e mia nonna. Facciamoli uscire i bambini dagli orfanotrofi, non crescono così male anche se avranno due padri o due madri. Io le ho avute. Sono venuta male?”
“Due mamme”, così Raffaella ha definito le due donne che l’hanno cresciuta: Iris, sua madre biologica, e Andreina, l’amatissima nonna materna che si è occupata di lei andando a sostituire il padre. Una famiglia moderna a cui la Carrà fa appello anche quando c’è da parlare di diritti civili.
Iris, la nonna con il violino
Il ricordo di nonna Iris è rimasto vivido e dolce nella mente di Raffaella, che ne parla come di un’artista eccentrica e generosa, quella punta di zucchero che l’ha sempre cullata durante gli anni della formazione. Iris era infatti una musicista e, secondo Raffaella, è stato grazie a questa “nonna speciale” che lei si è avvicinata alla musica fin da piccola:
“Andreina, mia nonna materna, gestiva una gelateria nella piazza centrale e mi accoglieva nei mesi estivi. Se Bologna, dove sono nata, era il luogo delle fatiche, del dovere e dell’impegno scolastico sotto gli occhi vigili di mia madre Iris, Bellaria era invece il luogo della vacanza e della libertà, scandito dalla musica. Perché Andreina, oltre a essere brava come commerciante, suonava il violino, e tutte le notti mi addormentavo accanto a lei con indimenticabili colonne sonore: mi cantava i brani delle romanze più famose, e io prendevo sonno cullata dalla sua voce”.
(In foto: Nonna Andreina)
Raffaella Carrà, un “papà” speciale
E Raffaella? Cresciuta tra le donne e poi lanciata con un successo incontenibile nel mondo dello spettacolo, la Carrà ha avuto ha avuto poco tempo per pensare alla famiglia. Un desiderio, quello di diventare madre, arrivato tardi e fuori tempo massimo. In compenso il calore del nido non l’ha abbandonata mai, e dalla tragica morte di suo fratello Renzo ha deciso di dedicare tutto il suo amore ai nipoti:
“C’è stato un tempo in cui non pensavo ai figli, poi quando li ho voluti non sono arrivati. Avrei desiderato profondamente adottare, ma in Italia non si può. E proprio non lo capisco. Perché un single o uno della mia età non può adottare? Forse che io oggi non sarei in grado di educare un figlio? Comunque la mia maternità l’ho sublimata in paternità e la esprimo attraverso i miei due nipoti, figli di mio fratello, che ora non c’è più. Sono grandi ora i miei nipoti, hanno 32 e 34 anni, hanno una bravissima mamma e io sono il loro “papà”: l’ho promesso a mio fratello, sono due figlioli da accudire. Il destino non mi ha lasciato sola“.